Surfisti cubani registrano un documentario nella profonda Indonesia

Cinque surfisti cubani viaggiano in Indonesia per girare un documentario a Lakey Peak, Sumbawa. Mettono in risalto una storia di amicizia, di superamento e dell'emergere del surf a Cuba, nonostante le avversità.

Gruppo di surfisti cubani in IndonesiaFoto © Carlos Manuel Aguiló / CiberCuba

Il 6 novembre cinque surfisti cubani, che sono cresciuti insieme nel municipio Playa, a La Habana, sono partiti da vari punti d'Europa verso Bali. Arnán Pérez Lantigua, Frank González Guerra, Yojany Pérez Rivera, Carlos Manuel Aguiló e Luis Manuel Mazorra hanno intrapreso un viaggio che li ha portati, dopo scali a Galizia, Madrid, Doha, Bali, Lombok e Bima, fino al remoto angolo di Lakey Peak, sull'isola indonesiana di Sumbawa. Lì, in uno dei luoghi più emblematici del surf mondiale, realizzano un documentario che aspira a raccontare una storia di amicizia, perseveranza e radici.

Il viaggio, completamente autofinanziato, è stato organizzato da Arnán Pérez Lantigua con la collaborazione di Mazorra. A Bali hanno trascorso due giorni prima di proseguire verso Lakey Peak, dopo due voli interni e tre ore di strada. Il gruppo rimarrà per circa venti giorni alla ricerca del miglior swell e di immagini che raccontino più di un'avventura: un'incontro con i sogni dell'infanzia.

Incontro tra surfisti cubani e indonesiani nelle acque di Sumbawa.

La storia di questi cinque surfisti inizia all'inizio degli anni 2000, quando a Playa 70 —una striscia rocciosa di Miramar dove il mare si infrange contro una barriera corallina conosciuta localmente come "dente di cane"— hanno imparato a surfare in condizioni avverse. Con tavole di plywood tagliate a mano, senza supporto istituzionale e in mezzo alla sfiducia del regime, il surf è diventato per loro una forma di libertà. Alcuni furono addirittura arrestati per praticarlo, ma questo non li fermò.

De quella generazione, Arnán Pérez Lantigua e Frank González Guerra si distinsero presto come due dei migliori surfisti cubani. Frank fu il protagonista anni dopo del documentario Havana Libre, un'opera che ritrae la lotta per legalizzare il surf a Cuba e lo spirito indomito di coloro che lo praticano nonostante la mancanza di riconoscimento ufficiale e di risorse di base.

Arnan Perez Lantigua a Lakey Peak

Arnán, da parte sua, è oggi simbolo di superamento. Ha sopravvissuto a due tumori, a un’amputazione parziale e a un processo di recupero che lo ha portato a iniziare a praticare il surf adattato, disciplina in cui ha vinto campionati in Portogallo e Francia. In mezzo a trattamenti e sedute di chemioterapia, ha continuato a surfare, convinto che il mare fosse la sua migliore medicina. Il suo ritorno in Indonesia ha un profondo valore simbolico: è tornare in acqua con i suoi amici di una vita, nel luogo che sognavano di visitare da bambini guardando riviste vecchie e video registrati su VHS che arrivavano a Cuba per mano di turisti.

Frank insieme a Solit, surfista locale

Junto a lui viaggiano Frank González Guerra, referente storico del surf cubano; Yojany Pérez Rivera, altro dei pionieri di Playa 70 e inseparabile amico di Arnán fin dall'infanzia; Carlos Manuel Aguiló, surfista e fotografo professionale specializzato in fotografia analogica, responsabile di documentare ogni istante del viaggio con un ampio equipaggiamento di macchine fotografiche e materiale filmico; e Luis Manuel Mazorra, fondatore nel 2005 di CubaSurf, la prima rivista dedicata a questo sport sull'isola, e direttore e socio fondatore di CiberCuba dal 2014.

Il documentario —ancora senza titolo— cerca di ritrarre non solo le onde perfette di Lakey Peak o West Sumbawa, ma anche lo spirito di resistenza di una generazione di surfisti nata senza mare aperto e senza supporto, ma con una passione inestinguibile. Arnán è inoltre patrocinato da Black Magik Surfboard (Italia) e Radical Surfshop, mentre il progetto cerca nuovi sostenitori per ampliare il proprio raggio d'azione.

Cultura e surf senza confini: cubani e indonesiani godono insieme delle onde di Lakey Peak.

Per i cinque cubani, questo viaggio è la realizzazione di un sogno rimandato per due decenni: quello di quei giovani che, dal municipio Playa, hanno immaginato un giorno di remare insieme verso un'onda lontana. Oggi lo fanno in Indonesia, dimostrando che il surf cubano esiste, che ha una storia e che, nonostante l'abbandono istituzionale, continua a generare campioni, artisti e sognatori.

“Abbiamo realizzato un sogno da bambini”, ripetono i protagonisti. E lo fanno dall'altra parte del mondo, con il mare come testimone e la convinzione che ogni onda che cavalcano sia anche una vittoria sull'oblio.

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Redazione di CiberCuba

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