"Ni latte né materassi": Indignazione per il trattamento riservato agli evacuati di Río Cauto

Una scuola attrezzata come centro di evacuazione tiene bambini e famiglie in condizioni critiche: dormendo per terra, senza materassi, lenzuola o un'alimentazione adeguata.

Evacuati di Río CautoFoto © Facebook / José Alberto Pérez López

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Un cubano ha denunciato su Internet la situazione che si verifica nella scuola Orlando Lara, attivata come centro di evacuazione per ospitare i sinistrati dell'uragano Melissa.

José Alberto Pérez López ha pubblicato su Facebook un toccante racconto, in cui descrive le condizioni in cui si trovano i bambini e le loro famiglie come "allarmanti e profondamente indegne".

Secondo quanto riferito, minori e adulti rimangono a terra senza materassi, senza lenzuola e esposti all'umidità e al freddo.

"La alimentazione è praticamente assente: non c'è cibo sufficiente, né acqua potabile garantita. Non si dispone nemmeno di assistenza medica stabile né di risorse basilari per l'igiene", ha dettagliato.

Captura di Facebook / José Alberto Pérez López

"Ogni ora conta. Ogni bambino è importante", scrisse Pérez López, dopo aver esortato le autorità a fornire urgentemente materassi, cibo, acqua e medicinali.

Il messaggio si aggiunge a un'altra pubblicazione in cui ha criticato la mancanza di volontà istituzionale e la sensibilità umana nei confronti dei più vulnerabili, in particolare dei bambini.

"Com'è possibile che in mezzo alla tragedia, quando c'è più bisogno di umanità, i bambini siano accolti nelle scuole senza neppure un bicchiere di latte che lenisca la loro fame, senza un materasso che li protegga dal freddo terreno su cui devono dormire?", ha domandato.

Captura di Facebook / Río Cauto / José Alberto Pérez López

"Dove è finita la compassione? Dov'è il rispetto per l'infanzia, per la dignità umana? Non stiamo parlando di lussi, stiamo parlando del minimo: cibo, riparo, riposo. E neppure questo viene loro offerto", ha aggiunto.

Discorso ufficiale versus realtà

Mentre la popolazione affronta queste carenze, il regime insiste su un discorso trionfalistico.

Dopo l'uragano Melissa, Miguel Díaz-Canel ha visitato i rifugi a Holguín, assicurando che gli evacuati ricevessero "un'ottima alimentazione, assistenza sanitaria e psicologica" e che le famiglie si sentissero protette.

Il contrasto con la realtà a Río Cauto e in altri comuni dell'oriente cubano è evidente: i rifugi statali non sempre dispongono di materassi, cibo né di un'adeguata assistenza medica, e migliaia di famiglie rimangono senza risorse basilari per proteggersi dalla tempesta e dalle sue conseguenze.

Dipendenza dall'aiuto tra vicini

I rapporti ufficiali stessi riconoscono che oltre il 95 % degli evacuati durante Melissa sono stati accolti in case di familiari o vicini, e non in strutture statali.

Roberto Morales Ojeda, del Comitato Centrale del Partito Comunista, ha lodato la "solidarietà" del popolo in televisione, ma questo stesso dato evidenzia l'incapacità dello Stato di garantire un rifugio istituzionale.

Mentre il discorso ufficiale enfatizza la "disciplina" e la "previsione" del sistema, nella pratica, la protezione contro i disastri dipende dall'aiuto tra cubani, non da un sistema statale solido né da una logistica governativa efficiente.

Una crisi che si ripete

Ogni uragano rivela le stesse crepe: rifugi insufficienti e mal equipaggiati, scarsità di cibo, mancanza di acqua potabile e assenza di assistenza medica adeguata.

Migliaia di famiglie rimangono per giorni o settimane nei centri di evacuazione senza un reale supporto, mentre la dirigenza insiste che "tutto è sotto controllo".

A Río Cauto e in altre località dell'oriente, Melissa ha lasciato strade distrutte, paesi isolati e abitazioni inabitabili.

Tuttavia, il regime continua a presentare l'assistenza agli evacuati come un successo, scollegato dalla realtà che vivono i bambini e le famiglie, che affrontano il disastro con abbandono e senza una risposta efficace da parte dello Stato.

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