La Russia si esprime sul possibile dispiegamento di armi nucleari a Cuba

Non è la prima volta che il posizionamento di missili a Cuba passa per la mente dei dirigenti russi negli ultimi anni

Miguel Díaz-Canel e Vladimir Putin (Immagine di riferimento)Foto © Kremlin.ru

Video correlati:

In un contesto caratterizzato dal deterioramento accelerato delle relazioni tra Mosca e l'Occidente, il governo russo ha reagito pubblicamente a voci riguardanti il possibile dispiegamento di armi nucleari a Cuba.

Sebbene il Cremlino non abbia confermato direttamente questa possibilità, non l'ha nemmeno esclusa.

Il martedì 5 agosto, la portavoce del Ministero degli Affari Esteri della Russia, María Zakharova, ha parlato per la prima volta delle notizie che circolano nei media pro-Cremlino e tra gli analisti militari russi riguardo alla possibilità di riposizionare missili nucleari nei Caraibi, specificamente a Cuba e in Venezuela.

“Come lo comprendiamo, stiamo parlando dell'opinione privata di esperti individuali che esprimono un punto di vista personale”, ha dichiarato Zakharova, in dichiarazioni riportate dall'agenzia statale russa Interfax.

Sibbene la portavoce del Cremlino abbia cercato di inquadrare le speculazioni come opinioni individuali, non ha tuttavia negato esplicitamente che queste opzioni siano prese in considerazione a livello statale.

“Lo sviluppo della cooperazione militare internazionale è di competenza del Ministero della Difesa”, aggiunse, in risposta a una domanda diretta sull'argomento.

“Analizzando le possibilità di tali collegamenti, ci basiamo sugli obblighi internazionali della Federazione Russa e sugli accordi bilaterali con i paesi interessati”, ha affermato a modo di conclusione sul tema, lasciando più domande che risposte.

Silenzio a L'Avana

Fino ad ora, il Governo cubano non ha rilasciato alcuna dichiarazione ufficiale riguardo a questi rumors né sulla menzione esplicita dell'isola come possibile destinazione di missili russi.

Il silenzio del governo cubano è stato interpretato da alcuni osservatori come una posizione di cautela di fronte a una situazione estremamente delicata e potenzialmente destabilizzante.

Cuba, che è stata epicentro di una delle maggiori crisi nucleari della storia moderna nel 1962, ha finora evitato di pronunciarsi su questo nuovo capitolo di tensioni nucleari tra Russia e Stati Uniti.

La sua attuale politica estera mantiene una posizione ufficiale di non allineamento nei conflitti militari diretti, nonostante la sua storica alleanza con Mosca.

Perché Cuba?

Il lunedì precedente alla dichiarazione di Zakharova, Alexander Vorobyov, capo del Centro di Studi Strategici di Mosca, ha affermato che il possibile posizionamento di missili russi a Cuba sarebbe una risposta logica al recente dispiegamento da parte degli Stati Uniti di bombe ad alta precisione sul territorio britannico.

Secondo Vorobyov, “la Russia potrebbe trasferire i suoi missili a Cuba”, considerando l'isola come “il sito preferito di Mosca per il dispiegamento di missili a medio e breve raggio”.

Queste dichiarazioni hanno ulteriormente acceso le allerta e riattivato i parallelismi con la Crisi dei Missili del 1962, che fu sull'orlo di scatenare una guerra nucleare tra Stati Uniti e Unione Sovietica.

Il contesto di un'escalation

I rumors hanno guadagnato forza in mezzo a un'escalation di tensioni nucleari, alimentata da dichiarazioni di alti funzionari statunitensi e russi.

La settimana scorsa, il presidente Donald Trump ha annunciato l'invio di due sottomarini nucleari statunitensi in posizioni “più vicino alla Russia”.

In risposta, il governo di Vladimir Putin ha annunciato il ritiro ufficiale dal Trattato sulle forze nucleari a raggio intermedio e corto (INF), un accordo fondamentale per la stabilità strategica globale sin dalla Guerra Fredda.

Questo martedì, il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, è stato categorico.

"La Russia non ha più restrizioni al riguardo, non è più considerata limitata. Pertanto, si considera legittimata a prendere le misure appropriate se necessario," ha affermato.

Da parte sua, il Ministero degli Esteri russo, in una dichiarazione precedente, ha giustificato la decisione di abbandonare il trattato INF sottolineando che "le condizioni per mantenere la moratoria erano scomparse a causa delle azioni dei paesi occidentali".

In particolare, Mosca ha accusato gli Stati Uniti e i loro alleati di accumulare nelle regioni vicine alla Russia “capacità destabilizzanti di missili che creano una minaccia diretta alla sicurezza” del paese.

Posizionamento di missili russi a Cuba: Una proposta ricorrente

Non è la prima volta che il posizionamento di missili a Cuba passa per la testa dei dirigenti russi.

Nel gennaio dello scorso anno, Alexei Zhuravlev, primo vicepresidente del Comitato per la Difesa della Duma di Stato russa, ha dichiarato che il suo paese dovrebbe posizionare armi nucleari a Cuba, così come in Nicaragua e Venezuela.

“Per quanto riguarda i nostri missili più vicini agli Stati Uniti, io, ad esempio, sono favorevole da molto tempo a fornire lanciatore e sottomarini ai nostri amici Cuba, Venezuela e Nicaragua”, ha dichiarato Zhuravlev in quell'occasione.

In dichiarazioni raccolte dal mezzo News.ru, il leader parlamentare del regime di Putin ha reagito a una rivelazione di The Telegraph, che assicurava la probabile restituzione da parte di Washington delle sue armi nucleari al Regno Unito.

Precedentemente, nel 2022, durante i primi mesi dell'invasione in Ucraina, l'allora vicecancelliere russo, Serguei Riabkov, avvisò che non escludeva un dispiegamento militare russo a Cuba e in Venezuela se le tensioni con gli Stati Uniti fossero aumentate.

Il governo cubano ha sempre mantenuto il silenzio sulle dichiarazioni dei suoi alleati russi in tal senso.

Sto camminando verso una nuova crisi?

La riapparizione pubblica della possibilità di installare armi nucleari a Cuba -anche se ancora non confermata- riaccende le paure di un nuovo confronto militare tra superpotenze nell'emisfero occidentale.

La mera menzione dell'isola caraibica come punto di appoggio strategico per Mosca è, di per sé, un segnale geopolitico ad alto voltaggio.

Per molti, si tratta di un promemoria del fatto che, in un mondo sempre più multipolare e volatile, le tensioni militari possono riemergere in scenari già noti, ma sotto nuove condizioni.

Archiviato in:

Redazione di CiberCuba

Un team di giornalisti impegnati a informare sull'attualità cubana e temi di interesse globale. Su CiberCuba lavoriamo per offrire notizie veritiere e analisi critiche.