Cubana pentita di essersi autodeportata nell'isola dagli Stati Uniti: Questi sono i suoi motivi

La donna è arrivata a Cuba il 12 giugno scorso.

La cubana autodeportataFoto © Collage YouTube/Screenshot-Daniel Benítez

Una cubana di 51 anni identificata come Irene Rodríguez Rosell ha espresso il suo pentimento dopo essersi autoespatriata dagli Stati Uniti a Cuba, in mezzo a una crisi personale e con la speranza di ricevere un aiuto economico dal governo statunitense che, fino ad ora, non si è concretizzato.

Rodríguez Rosell, che era entrato negli Stati Uniti attraverso il confine meridionale nel novembre del 2024 utilizzando un appuntamento gestito tramite l'applicazione CBP One, risiedeva nella contea di Miami-Dade quando ha deciso di tornare volontariamente sull'isola.

“Ero sola, malata. Ho lavorato per tre mesi in una casa, mi sono sentita così frustrata che ho deciso di tornare”, ha raccontato in recenti dichiarazioni a Univision da Cuba, dove afferma di trovarsi in una situazione precaria.

Tuttavia, non sono stati i blackout o le carenze dell'isola gli argomenti portati dalla migrante ritornata come causa del suo malcontento, ma il bonus promesso di mille dollari che non ha ricevuto.

La cubana ha deciso di tornare, apparentemente non tanto per paura della deportazione -che non ha menzionato nel frammento dell'intervista pubblicata- quanto per la promessa che coloro che si autodeporteranno riceveranno il rimborso del biglietto di ritorno e un bonus di mille dollari.

“Quei soldi mi servivano tantissimo, contavo su quello. Sono malata e sono qui [a Cuba], sa, con una mano avanti e l'altra indietro,” si è lamentata.

Il peggior errore

La sua uscita dagli Stati Uniti è stata gestita tramite una nuova applicazione del governo statunitense, CBP Home, promossa dall'amministrazione di Donald Trump per facilitare i processi di rimpatrio volontario.

Rodríguez Rosell si è iscritto, ha notificato la sua partenza e ha volato a Cuba dall'Aeroporto Internazionale di Miami lo scorso 12 giugno.

Sin embargo, settimane dopo, afferma di non aver ricevuto né il rimborso del biglietto né il bonus economico promesso.

Uno degli errori chiave, come spiegato dal legale Armando Olmedo, è stato che, al suo arrivo a Cuba, Rodríguez Rosell ha cancellato l'applicazione CBP Home dal suo telefono, il che avrebbe interrotto il canale di comunicazione con le autorità migratorie statunitensi.

“Per ricevere le istruzioni, è importante avere l'applicazione perché il governo si comunicherà con la persona attraverso quel canale”, ha avvertito l'avvocato, che ha messo in guardia sui rischi di prendere decisioni migratorie senza il dovuto supporto legale.

Inoltre, il caso rivela un vuoto legale ancora irrisolto: non è chiaro come un cittadino cubano possa ricevere fondi inviati dal governo degli Stati Uniti dall'isola, data la complessità delle relazioni bilaterali e le restrizioni finanziarie esistenti.

“È stato un errore uscire”, ha concluso Irene Rodríguez, riconoscendo che la disperazione e la mancanza di informazioni l'hanno portata a prendere una decisione che oggi rimpiange profondamente.

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