La sorprendente proposta del ministro del Turismo di Cuba per attirare visitatori

Juan Carlos García Granda ha fatto tale proposta durante un incontro con operatori turistici e compagnie aeree a Bogotá, Colombia.

Turisti che camminano per La Habana Vieja (i) e Juan Carlos García Granda (d)Foto © Collage CiberCuba - Facebook/Ministero del Turismo di Cuba

Durante un incontro con operatori turistici e compagnie aeree a Bogotá, Colombia, il ministro del Turismo di Cuba, Juan Carlos García Granda, ha lanciato una proposta che ha sorpreso sia per la sua audacia che per le sue implicazioni regionali: creare un sistema di visto condiviso tra i paesi latinoamericani, ispirato allo spazio Schengen d'Europa.

“Dobbiamo iniziare a parlare di visti che possano essere validi per diversi paesi, come avviene con l'area Schengen in Europa. È necessario vedere come lo ha fatto il mondo e applicarlo nella regione per attrarre benefici comuni da flussi turistici così lontani”, ha argomentato in un incontro tenutosi presso l'Hotel Dann Carlton, e citato nell'intervista del ministro con El País.

Un'idea ambiziosa: il "Schengen caraibico"

La proposta non solo mira a facilitare le pratiche per i viaggiatori, ma anche a rafforzare una visione regionale del turismo, specialmente rivolta a mercati lontani come Cina, Russia e Turchia.

L'obiettivo: che un visitatore che arrivi a L'Avana possa anche proseguire per Cartagena, Cancún o Lima senza affrontare nuovi ostacoli migratori.

Il ministro insiste sul fatto che solo una strategia congiunta permetterà ai paesi della regione di attrarre viaggiatori che, altrimenti, potrebbero optare per destinazioni con maggiore integrazione e meno burocrazia.

Questa idea acquista ancora più rilevanza quando si considera il contesto: Cuba è passata da ricevere 4,7 milioni di turisti nel 2017 a soli 2,2 milioni nel 2024.

García Granda lo attribuisce a una combinazione di fattori: la pandemia, la crisi energetica che colpisce il paese, e al inasprimento delle politiche statunitensi, che hanno re-incluso l'isola nella lista dei paesi sponsor del terrorismo, con conseguenze anche per i turisti europei che temono ritorsioni nel viaggiare poi negli Stati Uniti.

La visione verso Oriente: la Cina come grande opportunità

Di fronte al calo del turismo statunitense, il Governo cubano ha concentrato la sua attenzione su nuovi mercati emergenti.

In effetti, il ministro ha rivelato che la Cina occupa una posizione centrale nella sua strategia di espansione. Attualmente, ci sono due voli settimanali tra Pechino e L'Avana, e è stato eliminato l'obbligo del visto per i cittadini cinesi.

Per García Granda, attrarre turisti cinesi non sarebbe solo un impulso per l'isola, ma per tutta l'America Latina.

La strategia per sedurre quel profilo di viaggiatore include diversificare l'offerta - oltre al classico "sole e mare" - incrementare la connettività aerea, ridurre le barriere migratorie e promuovere alleanze con altri paesi del continente.

In questo senso, la sua proposta per il visto regionale non appare un semplice gesto politico, ma piuttosto una pietra angolare in una politica di lungo respiro.

"Schengen latinoamericano" proposto da Cuba: ¿Un'altra variante della "resistenza creativa?"

La proposta del ministro Juan Carlos García Granda di stabilire un visto regionale in stile Schengen può risultare audace, persino visionaria, ma è lontana dall'essere un'iniziativa facilmente realizzabile.

L'America Latina non dispone delle condizioni istituzionali, politiche né logistiche che hanno permesso all'Europa di costruire il suo spazio di libera circolazione.

Le differenze tra i paesi, le disparità nei loro sistemi migratori, gli interessi economici divergenti e l'instabilità politica che caratterizza gran parte della regione rendono una misura di questa portata, per ora, poco più di un desiderio diplomatico.

Más allá del simbolismo, l'approccio del ministro cubano sembra rispondere a un'esigenza urgente: trovare soluzioni imaginative di fronte alla profonda crisi del settore turistico a Cuba.

Tuttavia, un "Schengen caraibico" richiederebbe anni di negoziati multilaterali, impegni solidi tra governi che non sempre agiscono in sincronia, e un'infrastruttura legale e tecnologica condivisa che attualmente non esiste.

Nel caso di Cuba, la proposta sembra una mera distrazione di fronte ai problemi strutturali che affronta il turismo cubano: interruzioni elettriche, scarsità generalizzata, restrizioni alle libertà e un'immagine internazionale deteriorata per ragioni politiche ed economiche.

Sebbene l'eliminazione degli ostacoli burocratici sia un obiettivo lodevole, sarà prima necessario ricostruire la fiducia nella destinazione Cuba, diversificare l'offerta turistica mediante fatti piuttosto che intenzioni, e dimostrare che si può competere in condizioni di parità nel mercato globale.

In definitiva, l'idea può funzionare come esercizio retorico e come ammiccamento a possibili alleati strategici, ma la realtà geopolitica ed economica del continente impone una notevole distanza tra l'ambizione del discorso e le possibilità concrete di attuazione.

Domande frequenti sulla proposta di visto regionale di Cuba

In cosa consiste la proposta di visto regionale del ministro del Turismo di Cuba?

La proposta del ministro del Turismo di Cuba, Juan Carlos García Granda, consiste nel creare un sistema di visto condiviso tra i paesi latinoamericani, ispirato allo spazio Schengen in Europa. L'obiettivo è facilitare le pratiche per i viaggiatori e rafforzare una visione regionale del turismo, permettendo ai turisti di viaggiare tra i paesi della regione senza affrontare nuovi ostacoli migratori.

Perché Cuba è interessata ad attrarre turisti dalla Cina?

Ante la diminuzione del turismo statunitense, il Governo cubano ha rivolto la sua attenzione verso nuovi mercati emergenti, come la Cina. La Cina occupa un posto centrale nella strategia di espansione turistica di Cuba. Attualmente, ci sono due voli settimanali tra Pechino e L'Avana, e è stato eliminato il requisito del visto per i cittadini cinesi, al fine di attrarre più turisti da questo paese e beneficiare anche l'intera America Latina.

Quali sono i principali ostacoli per implementare un "Schengen caraibico"?

Il principale ostacolo per implementare un "Schengen caraibico" è che l'America Latina non dispone delle condizioni istituzionali, politiche né logistiche che hanno permesso all'Europa di costruire il suo spazio di libera circolazione. Le differenze tra i paesi, le discrepanze nei loro sistemi migratori, gli interessi economici divergenti e l'instabilità politica della regione rendono questa misura più un desiderio diplomatico che una realtà.

Come sta influenzando la crisi energetica l'industria turistica a Cuba?

La crisi energetica a Cuba ha avuto un impatto negativo sulla vita quotidiana dei cittadini, ma gli hotel dispongono di generatori propri, il che consente al turismo di continuare senza interruzioni. Questa priorità per gli hotel è stata giustificata dal ministro del Turismo, argomentando che i benefici economici del settore sono per la prosperità del paese, sebbene questa narrativa venga criticata per essere manipolativa e per ignorare i bisogni fondamentali della popolazione cubana.

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Redazione di CiberCuba

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