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El preso politico cubano Manuel de Jesús Rodríguez García, detenuto nel carcere Kilo 5 e ½ a Pinar del Río, ha avviato una huelga di fame il 28 maggio, dopo aver appreso che il regime sta cercando di "fabbricargli" un nuovo reato per evitare la sua liberazione nonostante abbia scontato la sua pena.
La denuncia è stata diffusa dall'attivista Betty Guerra Perdomo su social X, dopo le informazioni fornite da sua madre, Nilda García Fleitas, che lo ha visitato lunedì mattina.
Manuel deve essere liberato il prossimo 12 giugno, dopo aver scontato interamente una condanna che, secondo diverse fonti, è stata qualificata come ingiusta. Tuttavia, la sua famiglia e gli attivisti denunciano che il regime sta tentando di imporre nuovi capi d'accusa per prolungare la sua detenzione, una pratica abituale del governo cubano per zittire dissidenti e oppositori.
Un caso di anni di abusi
Rodríguez García fu condannato nel dicembre del 2016 per i reati di oltraggio, attentato, oltraggio sessuale e diffamazione delle istituzioni e organizzazioni e degli eroi e martiri.
Nel 2019, CiberCuba ha riportato che nella stessa prigione, senza accesso alla luce solare, come denunciato allora dall'oppositrice María Cristina Garrido.
Nel 2021, la Commissione Interamericana dei Diritti Umani (CIDH) ha concesso misure cautelari a favore di Rodríguez, stabilendo che la sua situazione implicava un grave e urgente rischio di danno irreparabile ai suoi diritti.
Secondo la Risoluzione 78/21 della CIDH, queste misure si sono basate su prove di pestaggi, minacce e mancanza di assistenza sanitaria adeguata, sebbene Cuba non abbia mai risposto alle richieste di informazioni.
Una denuncia che esige visibilità
La attivista Betty Guerra Perdomo ha esortato a condividere e dare visibilità a questa denuncia, affinché Rodríguez García e la sua famiglia non rimangano isolati nella loro lotta. La comunità di opposizione teme che il governo cubano utilizzi nuove accuse per prolungare la condanna, mentre il detenuto affronta condizioni precarie e senza accesso garantito alla salute.
Questo caso si aggiunge a un lungo elenco di violazioni dei diritti umani commesse contro i dissidenti sull'isola, evidenziando ancora una volta la mancanza di garanzie legali e l'uso dell'apparato giudiziario per punire la dissidenza.
Domande frequenti sulla situazione dei prigionieri politici a Cuba
Perché Manuel de Jesús Rodríguez García ha iniziato uno sciopero della fame?
Manuel de Jesús Rodríguez García ha iniziato uno sciopero della fame dopo aver appreso che il regime sta tentando di costruirgli un nuovo reato per evitare la sua liberazione nonostante abbia scontato la sua pena. Questa pratica del governo cubano mira a silenziare dissidenti e oppositori attraverso la prolungazione arbitraria delle loro condanne.
Quali sono i precedenti del caso di Manuel de Jesús Rodríguez García?
Rodríguez García è stato condannato nel dicembre 2016 per diversi reati, tra cui disobbedienza e diffamazione. Nel 2019, è stato messo in una cella di punizione senza accesso alla luce solare e, nel 2021, la Commissione Interamericana dei Diritti Umani (CIDH) gli ha concesso misure cautelari a causa del grave e urgente rischio per i suoi diritti, sebbene il regime cubano abbia ignorato queste misure.
Come ha reagito la comunità internazionale di fronte alla situazione dei prigionieri politici a Cuba?
Le organizzazioni internazionali hanno condannato le violazioni dei diritti umani a Cuba, esortando a esercitare pressioni sul regime per garantire la sicurezza e la liberazione dei prigionieri politici. Tuttavia, il governo cubano ha mantenuto la sua posizione repressiva, ignorando le richieste e le denunce internazionali.
Quali altre tattiche utilizza il regime cubano contro i prigionieri politici?
Il regime cubano utilizza la creazione di nuovi capi d'accusa e la negazione di benefici penitenziari per prolungare l'incarcerazione dei dissidenti. Inoltre, mantiene i prigionieri in condizioni precarie, senza accesso adeguato alla salute e sotto costante minaccia di rappresaglie, come è stato visto nei casi di altri prigionieri politici che hanno intrapreso scioperi della fame.
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