Un utente identificato come Migue Miki Osorio Ruiz ha lanciato questo mercoledì una convocazione pubblica attraverso i social media, offrendo una ricompensa di 100 mila pesi a chi fornisca informazioni che permettano di identificare o localizzare il presunto ladro che ha derubato sua sorella a Guantánamo.
Secondo quanto dettagliato nel suo post, il soggetto ha rubato il telefono cellulare, una collana e degli orecchini che la giovane aveva, e ha diffuso insieme al messaggio un identikit del presunto aggressore.

Secondo la descrizione fornita, si tratta di un giovane meticcio, di corporatura normale, di circa 20 anni e alto 1,65 metri, che indossava un completo di maglione e pantaloni corti neri con l'immagine di un orso sul davanti, e portava con sé uno zaino e una felpa.
Nel suo messaggio, Osorio assicura che l'uomo indicato potrebbe essere originario del quartiere Caribe e chiede che chiunque lo riconosca o abbia informazioni rilevanti si metta in contatto con lui privatamente.
“Chi sa, mi contatti al PV”, ha scritto nella sua disperata richiesta il giovane, che, come indica nel suo profilo Facebook, attualmente risiede a Houston, Stati Uniti.
Durante gli ultimi mesi, la crescente insicurezza che si vive a Cuba ha scatenato un'ondata di azioni civiche in cerca di giustizia, molte volte al di fuori della portata delle autorità.
Casos come quello avvenuto a novembre del 2024 a L'Avana, dove una telecamera di sicurezza ha catturato un uomo che rubava in pieno giorno, hanno spinto i soggetti interessati a offrire ricompense economiche per informazioni.
In ottobre di quello stesso anno, un cubano residente negli Stati Uniti ha offerto un milione e mezzo di pesos cubani per informazioni che permettessero di localizzare il responsabile di un altro furto, dimostrando come i legami con l'estero influenzino anche la ricerca di giustizia di fronte a una apparente inattività delle autorità nazionali.
Nel febbraio scorso, una dottoressa cubana ha denunciato pubblicamente il furto del suo titolo universitario, documento imprescindibile per esercitare la sua professione, e ha offerto una ricompensa economica a chi lo restituirà.
In marzo, una stessa abitazione a L'Avana è stata vittima di due tentativi di furto in un breve periodo di tempo, mettendo in evidenza il grado di vulnerabilità che colpisce persino coloro che cercano di rafforzare la propria protezione. Di fronte alla disperazione e alla mancanza di risposta ufficiale, la famiglia colpita ha deciso di offrire una ricompensa di 50 mila pesos cubani per informazioni che portassero all'identificazione dei ladri.
Domande frequenti sul furto a Guantánamo e l'insicurezza a Cuba
Cosa è successo nel furto a Guantánamo?
Un individuo ha rubato un telefono cellulare, una collana e degli orecchini a una giovane a Guantánamo. Un utente identificato come Migue Miki Osorio Ruiz offre una ricompensa di 100 mila pesos per informazioni che consentano di identificare o localizzare il ladro. Il ladro è descritto come un giovane meticcio, di corporatura normale, di circa 20 anni e alta 1,65 metri, che indossava abiti neri con l'immagine di un orso e portava uno zaino e una borsa.
Perché viene offerta una ricompensa così alta per informazioni sul ladro?
La alta ricompensa di 100 mila pesos riflette la disperazione e l'urgenza della situazione per la famiglia coinvolta. Nel contesto cubano, l'insicurezza è aumentata significativamente, e offrire ricompense è diventata una misura comune tra i cittadini che cercano giustizia di fronte all'inazione delle autorità.
Come ha reagito la comunità di fronte all'aumento della criminalità a Cuba?
Esistono altri casi recenti di furti a Cuba che hanno suscitato preoccupazione?
Sì, ci sono stati diversi recenti casi di furti che hanno suscitato preoccupazione a Cuba. Tra questi, un incidente a L'Avana in cui un ladro è stato ripreso dalle telecamere di sicurezza, e un altro in cui una coppia è stata brutalmente assalita a Mayabeque. Questi casi riflettono un modello di violenza e furti in crescita che preoccupa la cittadinanza.
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