Il colonnello rivela una premessa chiave della Sicurezza dello Stato: "Non riconosciamo la controrivoluzione"

Il colonnello José Marco Rubinos ha affermato che la controrivoluzione non nasce dal popolo cubano, ma è diretta dagli Stati Uniti “come idea, manipolazione e finanziamento del nemico principale”.


Il colonnello José Marco Rubinos, ex capo del Dipartimento 21 del Ministero dell'Interno (MININT), ha rivelato durante un atto ufficiale al Palazzo della Rivoluzione, all'Havana, che uno dei principi fondamentali dell'apparato repressivo cubano è non riconoscere l'esistenza di una controrivoluzione genuinamente cubana: “Qui non c'è alcuna controrivoluzione che nasca dal paese, che nasca dal nostro popolo”.

"La controrivoluzione si forma, si finanzia, si sovvenziona, si dirige, si elabora e si manipola dagli Stati Uniti”, ha aggiunto alla presenza di Miguel Díaz-Canel e della dirigenza del MININT, durante un incontro svoltosi il 26 marzo e trasmesso dal canale ufficiale di YouTube Desde La Presidencia.

Rubinos ha insistito sul fatto che questa concezione è stata appresa direttamente dalla pratica repressiva "con il Comandante in Capo" e attraverso decenni di esperienza negli organi operativi del MININT.

"Abbiamo partecipato a vari scambi con il Comandante In capo dirigendo quel confronto", ha raccontato, sottolineando che la repressione della dissidenza è stata una politica di Stato pianificata ed eseguita dalle più alte sfere del potere.

“La lotta contro quella controrivoluzione si risolve nel confronto con il nemico principale, che sono gli americani”, ha sottolineato il colonnello.

Durante il suo intervento, ha anche sottolineato che il confronto non è compito di un'unica dipendenza: “Questo confronto viene sviluppato da tutto il team del Ministero dell'Interno, in modo unito, come un martello per affrontare il nemico.”

Rubinos ha inoltre messo in evidenza il ruolo della gioventù cubana all'interno della macchina repressiva dello Stato: “La forza del confronto risiede in quegli ufficiali, la maggior parte dei quali è giovane, ragazzi come quelli che abbiamo qui, ed è davvero lì che risiede la forza del nostro Ministero”, ha affermato.

Il colonnello si è identificato come parte della "generazione intermedia" della Sicurezza dello Stato, una generazione che si è formata "dalla rivoluzione" e che ha appreso dai "principali capi" dell'apparato repressivo.

Ha chiuso il suo intervento con una frase carica di retorica militare: “Siamo anche con il piede all'asta, combattendo per ciò che è necessario.”

Le dichiarazioni del colonnello sono state rilasciate in un contesto in cui Díaz-Canel ha affermato che la Sicurezza dello Stato cubana è “efficiente, rispettata e invidiata” dal mondo, in un discorso che ha suscitato critiche e scherni sia all'interno che all'esterno dell'isola.

La macchina del MININT è stata denunciata ripetutamente da organismi internazionali per la persecuzione sistematica di giornalisti, attivisti e oppositori.

Organismi come Human Rights Watch, Amnistia Internazionale e organizzazioni non governative cubane hanno denunciato ripetutamente la Sicurezza dello Stato cubano per il suo ruolo nella repressione dell'11 luglio, nella persecuzione di giornalisti indipendenti e nelle detenzioni arbitrarie. Nonostante ciò, il regime insiste nel rivestire questa struttura di repressione con un velo di eroismo e lealtà rivoluzionaria.

I social media sono esplosi dopo il discorso: “Non è temperamento, è paura ciò che hanno seminato nel popolo. E questo non si ammira, si denuncia,” ha commentato un utente.

Domande frequenti sulla repressione a Cuba e il ruolo della Sicurezza dello Stato

Qual è la posizione del governo cubano riguardo alla controrivoluzione?

Il governo cubano non riconosce l'esistenza di una controrivoluzione genuina all'interno del paese. Secondo il colonnello José Marco Rubinos, tutta l'attività controrivoluzionaria è attribuita all'influenza e al supporto degli Stati Uniti, e non a movimenti nati dal popolo cubano. Questa posizione fa parte di una narrativa ufficiale che giustifica la repressione interna e il controllo sociale.

Come si organizza la repressione a Cuba secondo il MININT?

La repressione a Cuba è una politica di Stato pianificata ed eseguita dalle più alte sfere del potere. Il colonnello Rubinos ha affermato che il confronto con la dissidenza è un compito congiunto di tutto il Ministero dell'Interno (MININT), operando come un team unificato per affrontare quello che considerano il "nemico principale", riferendosi agli Stati Uniti.

Quale ruolo svolge la gioventù cubana nell'apparato repressivo dello Stato?

La gioventù cubana è vista come una forza all'interno della macchina repressiva dello Stato. Il colonnello Rubinos ha sottolineato che molti ufficiali giovani sono parte essenziale del MININT, facendo parte della generazione che è stata indottrinata sin dalla rivoluzione per mantenere il controllo sociale e politico a Cuba.

Come reagisce la comunità internazionale di fronte alla repressione a Cuba?

Gli organismi internazionali hanno denunciato ripetutamente la repressione a Cuba. Human Rights Watch e Amnesty International, tra gli altri, hanno criticato il ruolo della Sicurezza dello Stato nella repressione delle manifestazioni pacifiche, nella persecuzione dei giornalisti indipendenti e nelle detenzioni arbitrarie, specialmente dopo le proteste dell'11 luglio 2021 (11J).

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Redazione di CiberCuba

Un team di giornalisti impegnati a informare sull'attualità cubana e temi di interesse globale. Su CiberCuba lavoriamo per offrire notizie veritiere e analisi critiche.

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