In mezzo a una delle maggiori crisi energetiche degli ultimi decenni, il regime cubano offre la "speranza" di eliminare i black-out diurni entro il 2026 attraverso l'uso dell'energia solare.
Il direttore della Politica e Strategia Energetica del Ministero dell'Energia e delle Miniere, Ramsés Montes Calzadilla, ha spiegato al periodico ufficialista Granma che un megaproyecto da 2.000 megawatt (MW) generati con energia solare, accompagnato da un sistema di accumulo in batterie, consentirà di fornire una media di 1.400 MW a mezzogiorno.
Secondo il funzionario, questo progresso garantirebbe la fine dei black-out diurni e ridurrebbe di 832.000 tonnellate all'anno il consumo di carburante fossile.
Il piano, che mira anche a ridurre il consumo energetico del 48% e a limitare l'importazione di combustibile a un quinto dei livelli attuali, fa parte della Strategia Nazionale per la Transizione Energetica.
Questo progetto, secondo Montes, si basa su tre pilastri: le fonti rinnovabili di energia (FRE), l'elettrificazione dei trasporti e tecnologie come le cucine ad induzione e le caldaie a biomassa.
Il regime assicura che questi cambiamenti siano essenziali per conseguire la sicurezza, la sufficienza e la sovranità energetica, riducendo al contempo i costi e generando un impatto ambientale positivo.
Tuttavia, l'annuncio arriva in un contesto caratterizzato da una grave crisi economica, frequenti blackout e un deterioramento costante dell'infrastruttura elettrica nazionale, il che solleva dubbi sulla reale fattibilità del progetto.
Recentemente, un dirigente di un'azienda cinese che distribuisce tecnologia solare a Cuba e partecipa alla Fiera Internazionale de L'Avana ha affermato che questo tipo di energia rappresenta la soluzione tanto attesa per il paese, che negli ultimi anni ha affrontato una crisi energetica senza precedenti.
Qiaoming Huang, presidente di Hangzhou Duojia Technology Co. Ltd, ha dichiarato all'agenzia di stampa Reuters che: “Crediamo che i pannelli solari siano la soluzione definitiva in questo paese dove c'è abbondanza di sole per affrontare i cambiamenti nella matrice energetica”.
Lo scorso aprile, La Habana ha raggiunto un accordo con la Cina per promuovere l'uso dell'energia solare nella propria rete elettrica, sebbene nessuno dei due governi abbia fornito dettagli su come sarà finanziato il progetto.
Tuttavia, mesi dopo, il regime cubano ha comunicato i suoi piani di generare 2.000 megawatt (MW) di energia solare entro il 2028, con la prima metà di 1.000 MW programmata per iniziare a operare nell'estate del 2025 e il resto nel 2028.
A settembre, il ministro dell'Energia e delle Miniere, Vicente de la O Levy, ha annunciato il completamento della consegna di due grandi parchi solari fotovoltaici da 21 megawatt (MW) ciascuno, come parte della strategia del governo per raggiungere la "sovranità energetica".
In un contesto caratterizzato da gravi blackout a Cuba, il direttore dell'Unione Elettrica di Cuba, Alfredo López Valdés, ha proposto ai cittadini dell'isola di prendere in considerazione l'acquisto di pannelli solari come un'alternativa per diventare indipendenti dal SEN.
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