L'ONU vota nuovamente contro l'embargo statunitense a Cuba.

Con 187 voti favorevoli, due contrari e un'astensione, la maggioranza dei paesi membri ha ribadito il proprio sostegno alla risoluzione promossa dal regime comunista dal 1992.

Asamblea General de Naciones Unidas (Imagen de archivo) © Flickr
Assemblea Generale delle Nazioni Unite (Immagine di archivio)Foto © Flickr

Per la trentaduesima volta, l'Assemblea Generale dell'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) ha votato a favore di una risoluzione che chiede la fine dell'embargo statunitense contro Cuba, una politica alla quale il regime dell'Avana attribuisce i crescenti problemi dell'isola.

Con 187 voti a favore, due contro (Stati Uniti e Israele) e l'astensione della Repubblica di Moldova, la maggioranza dei paesi membri ha ribadito il proprio sostegno alla risoluzione promossa dal regime comunista.

Come era prevedibile, il Ministero degli Affari Esteri dell'isola ha accolto con favore la decisione sui social media X, sottolineando che il mondo si oppone nuovamente al "blocco".

Il quotidiano ufficiale Granma ha celebrato anch'esso il risultato, una pratica abituale (e obbligatoria) dei media statali nella maggiore delle Antille.

L'astensione della Moldavia è risultata un dettaglio interessante, mentre l'Ucraina, che negli ultimi anni ha preferito rimanere ai margini, non è stata mostrata sullo schermo informativo durante la sessione dell'ONU, che ogni anno riceve questo progetto di risoluzione contro l'embargo dal 1992.

Lo scorso mese di settembre, il presidente Joe Biden ha firmato l'estensione fino al 2025 dell'embargo economico degli Stati Uniti a Cuba, una misura che rientra in una pratica consueta delle amministrazioni sia repubblicane che democratiche da oltre sei decenni.

La Casa Blanca ha pubblicato un memorandum ufficiale il 13 settembre, un giorno prima della scadenza della legge, nel quale si afferma che "L'esercizio di certe autorità ai sensi della Legge sul Commercio con il Nemico è programmato per scadere il 14 settembre 2024. Con la presente, determino che la continuazione dell'esercizio di tali autorità nei confronti di Cuba per un anno è di interesse nazionale per gli Stati Uniti".

"Pertanto, in conformità con l'autorità conferitami dalla sezione 101(b) della Legge Pubblica 95-223, prorogo per un anno, fino al 14 settembre 2025, l'esercizio di tali autorità riguardo a Cuba, come previsto dalle Regolamenti di Controllo degli Attivi Cubani, 31 CFR parte 515", è quanto riportato nel documento firmato da Biden e inviato al Segretario del Tesoro.

Con questo rinnovo, il regime cubano dovrà attendere fino al 14 settembre 2025 per sapere se ci saranno cambiamenti nell'applicazione di queste politiche, che sono state ripetutamente rigettate dal governo dell'isola per decenni, senza che finora sia stata concessa alcuna modifica.

L'embargo, che iniziò a essere attuato in modo parziale nell'ottobre del 1960 in risposta alla nazionalizzazione delle aziende statunitensi a Cuba, fu esteso alla sua forma totale nel febbraio del 1962.

Da allora, il suo rinnovo è stato una formalità gestita annualmente da 13 amministrazioni statunitensi.

L'estensione dell'embargo continua a sollevare controversie sia a Cuba che nella comunità internazionale, dove molti sostengono che questa politica abbia aggravato le difficoltà economiche che la popolazione dell'isola deve affrontare; mentre il regime l'ha utilizzata per giustificare la sua incapacità e inefficienza.

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