L'Associazione dell'Industria della Computer e delle Comunicazioni (CCIA) e la coalizione NetChoice hanno presentato lunedì una causa contro una controversa legge della Florida che vieta ai minori di 14 anni di creare account sui social media, sostenendo che la misura sia "illegale".
La denuncia mette in discussione la costituzionalità della legge HB3, promulgata a marzo dal governatore della Florida, il repubblicano Ron DeSantis, secondo quanto riportato dall'agenzia EFE.
Il documento di 48 pagine chiede al tribunale di impedire l'implementazione della legge prevista per il 1 gennaio 2025, sostenendo che la normativa è illegale in quanto incompatibile con il Primo Emendamento della Costituzione, che tutela la libertà di espressione.
Secondo la CCIA, la legge HB3 limita la suddetta modifica, poiché richiede che i minori di 14 e 15 anni ottengano il consenso dei genitori per creare account sui social media.
«Questa legge sulle reti sociali viola i diritti del Primo Emendamento sia dei minori sia degli adulti, creando barriere significative per accedere alle informazioni online che tutti gli americani, compresi i minori, hanno il diritto di vedere», ha affermato Stephanie Joyce, vicepresidente della CCIA.
Con l'autorizzazione dei genitori o dei tutori legali, gli adolescenti di 14 e 15 anni possono accedere a queste piattaforme, mentre l'uso è vietato ai minori di 13 anni, secondo la controversa legge, che è stata approvata con un forte sostegno bipartisan.
Prima che il governatore DeSantis firmasse la legge, la coalizione NetChoice, che raggruppa diverse piattaforme di social media, aveva avvertito che la normativa era "incostituzionale" e che, nella pratica, non offrirebbe protezione ai cittadini della Florida.
Il portale di notizie Tampa Bay Times ha segnalato che, secondo la nuova legge, i minori dovranno verificare la loro età tramite scansione facciale o presentando un documento d'identità per accedere a siti per adulti, una serie di misure che “probabilmente” affronteranno una “sfida legale” e saranno “impugnate in tribunale”.
In mezzo all'aumento dei suicidi e della depressione tra gli adolescenti, la Florida si è unita ad altri stati che hanno approvato restrizioni simili all'accesso dei minori ai social media, dopo la firma della legge da parte di DeSantis.
I sostenitori del progetto di legge in Florida attribuiscono alle reti sociali la responsabilità dell'aumento delle percentuali di suicidio tra gli adolescenti, oltre a ritenere che siano responsabili dell'incremento del cyberbullismo e dei casi di pedofilia.
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