Diminuisce il numero di prigionieri politici a Cuba: suicidio, espatrio forzato e 13 condanne scontate.

Prisoners Defenders ha informato che due nuovi prigionieri sono stati registrati per un totale di 1.105 nel rapporto aggiornato relativo al mese di agosto.

Represión a manifestantes del 11J (imagen de referencia) © CiberCuba
Repressione dei manifestanti dell'11J (immagine di riferimento)Foto © CiberCuba

L'organizzazione Prisoners Defenders (PD) ha segnalato una riduzione nel numero di prigionieri politici a Cuba, dopo che è stata resa nota la morte per suicidio di un detenuto, l'espulsione forzata di un altro e il completamento della pena di 13 persone.

I dati forniti nella rete sociale X rivelano, inoltre, due nuovi prigionieri politici per un totale di 1.105 registrati nel rapporto aggiornato relativo al mese di agosto.

Inoltre, ha esposto che 62 di quei detenuti presentano disturbi di salute mentale diagnosticati clinicamente; 329 soffrono di patologie gravi che mettono a rischio le loro vite; e 117 donne sono detenute, tutte vittime di trattamenti discriminatori e abusivi.

Queste donne sono sottoposte a trattamenti discriminatori e abusivi, che includono violenza fisica, psicologica e negligenza medica, compromettendo la loro integrità fisica ed emotiva, indica l'organizzazione sul suo sito web.

PD ha anche rivelato che la mancanza di cibo, l'assenza di assistenza medica e la negazione di farmaci sono tre fattori di tortura abituale per i prigionieri politici e di coscienza nell'isola.

Durante le proteste del 17 e 18 marzo scorso, il regime cubano ha arrestato 32 manifestanti, di cui 13 sono stati fermati nella provincia di Holguín. Tali eventi riflettono l'allarmante situazione dei diritti umani a Cuba.

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