Díaz-Canel: "Dobbiamo dare luce alla nostra popolazione prima della Fine dell'Anno"

“Dobbiamo presentare risultati. Alla fine dell’anno si devono raggiungere altri risultati. Noi dobbiamo dare luce alla vita della nostra popolazione prima che questo anno finisca”, ha detto.


Promettere non costa nulla, e questo lo sa benissimo il governante cubano Miguel Díaz-Canel, che lo ha verificato empiricamente innumerevoli volte, promettendo a destra e a sinistra “riordini”, “progressi” e “migliorie” che rimangono scritte su carta straccia.

Versato nell'arte dell'ipocrisia, il primo segretario del Partito Comunista di Cuba (PCC) ha presieduto il plenum straordinario del Comitato Provinciale tenutosi a Sancti Spíritus, davanti ai cui partecipanti ha promesso che prima della fine dell'anno il governo darà "luce alla popolazione".

La frase enigmatica rimase in sospeso sopra il conclave come se fosse una luciola curiosa che volteggiava in attesa di un evento miracoloso, secondo quanto catturato dalle telecamere del media ufficiale Centrovisión, che hanno messo a fuoco l'espressione di perplessità che è emersa sul volto degli spettatori.

“Dobbiamo presentare risultati. Alla fine dell'anno dobbiamo arrivare con altri risultati. Dobbiamo dare luce alla vita della nostra popolazione prima che quest'anno finisca, con le cose che stiamo facendo e ottenendo risultati concreti in tutto ciò che ci siamo proposti”, ha detto.

È stata una promessa politica la frase incoerente e vuota del governante? Díaz-Canel ha voluto promettere ai cubani la fine dei blackout per Capodanno? O si è trattato di una metafora con la quale ha cercato di dare qualche "gioia" a una popolazione capace di applaudire la ripresa del servizio elettrico dopo mezzo giorno di blackout?

Che "luce" vuole dare Díaz-Canel "alla vita della nostra popolazione"? Si riferiva a quella che si misura in megawatt, o alla luce che irradiano le verità e le nobili cause? È stata propagandistica l'intenzione della sua frase, o al contrario, custodisce in segreto la formula per rivitalizzare il sistema elettroenergetico nazionale?

Dal suo incarico nel 2019 grazie a un colpo di mano del generale in pensione Raúl Castro, l'uomo di paglia del regime cubano promette che "l'anno prossimo sarà migliore", che "migliorerà la produzione di alimenti", che piovveranno investimenti esteri, che "cambierà tutto ciò che deve essere cambiato", che "rettificherà il riordino", che cresceranno il turismo e l'economia nell'Isola e che "diminueranno i blackout".

I partecipanti alla plenaria straordinaria del Comitato Provinciale del PCC a Sancti Spíritus sono stati testimoni di altri momenti di "illuminazione" del governante. Davanti a loro ha chiesto di “organizzarci tutti per arrivare alla fine dell'anno con risultati diversi” e di creare comitati di base della UJC e del PCC nelle mipymes private.

A meno di tre mesi e mezzo dalla Fine dell'Anno, Díaz-Canel, il grande stratega delle riparazioni e delle manutenzioni delle termoelettriche per “avere un'estate con meno blackout”, promette “di dare luce alla vita” dei cubani.

Confermato: è ora di cercare più candele.

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