Madre cubana si dichiara contraria al servizio militare dopo l'arresto di suo figlio.

La donna, residente a Cárdenas, Matanzas, ha denunciato sui social network di essersi recata a Santa Clara per poter visitare suo figlio in prigione, e che le autorità penitenziarie le hanno permesso di vederlo solo per 30 minuti.

Anisleydis Suria (de pie) y su hijo en el Servicio Militar © Facebook / Anisleydis Suria
Anisleydis Suria (in piedi) e suo figlio nel Servizio MilitareFoto © Facebook / Anisleydis Suria

Anisleydis Suria, la madre del giovane Sergio Díaz Suria, che è stato recentemente incarcerato per non voler prestare servizio nelle Forze Armate Rivoluzionarie (FAR), si è dichiarata apertamente contro il Servizio Militare.

La cubana, residente a Cárdenas, Matanzas, ha denunciato sui social media di essersi spostata fino a Santa Clara per poter visitare suo figlio in prigione, e che le autorità penitenziarie le hanno permesso di vederlo solo per 30 minuti.

Cattura di schermo Facebook / Anisleydis Suria

Suria, che aveva già espresso sui suoi social la sua volontà di lottare per la liberazione di suo figlio, ha nuovamente manifestato il suo malcontento per l'ingiustizia che subisce suo figlio e si è dichiarata pubblicamente contro il Servizio Militare a Cuba, un paese sottoposto a un regime totalitario che impiega la violenza contro chi si oppone alla dittatura e che utilizza i reclutati dell'esercito come manodopera schiava in condizioni di vita orribili.

“No al Servizio Militare obbligatorio”, ha detto questo sabato su Facebook la madre di Díaz Suria, in un post in cui ha nuovamente mostrato il dolore che le provoca l'incarcerazione di suo figlio per la sua obiezione al servizio militare.

"Dopo quattro giorni senza avere notizie di te, siamo partiti intorno alle quattro del mattino in direzione di Santa Clara per poterti vedere e sapere come stavi. Dopo un viaggio così duro, mi dicono che la tua visita era solo di mezz'ora. Che abuso!", si lamentò la madre del prigioniero.

Negli ultimi anni sono numerosi i giovani e i familiari che manifestano il loro rifiuto ai reclutamenti delle FAR, evidenziando le ingiustizie e le disuguaglianze che affliggono il processo di selezione, dal quale "fuggono" i figli dei dirigenti e dei potenti collegati con il regime.

I tragici eventi che coinvolgono adolescenti durante il Servizio Militare -che è obbligatorio- sono sempre più frequenti, anche se in tutti i casi il governo cubano tenta di silenziare tali fatti.

Numerose denunce sui social media hanno segnalato un numero crescente di morti di giovani cubani legate al Servizio Militare, molte delle quali per suicidio.

Il governo di Cuba ha negato presso l'ONU che il Servizio Militare sia obbligatorio.

Nel maggio del 2022, migliaia di cubani reagirono indignati sui social media quando, di fronte al Comitato per i Diritti dell'Infanzia (CRC), alle Nazioni Unite, una diplomatica del regime affermò che il servizio militare a Cuba era "volontario".

L'affermazione ha manipolato il contenuto della Legge di Difesa Nazionale, dove è esplicitato il carattere obbligatorio nel caso degli uomini.

Nel suo Capitolo VIII, Sezione Terza (Articolo 77), quella legge stabilisce che “i cittadini di sesso maschile, durante l'anno in cui compiono sedici anni di età, sono obbligati a formalizzare la loro iscrizione nel registro militare”.

La normativa stabilisce, inoltre, che “una volta iscritti nel registro militare, i cittadini sono obbligati a svolgere le attività mirate alla loro preparazione per l'incorporazione al Servizio Militare e a mantenere debitamente aggiornata la loro situazione”.

Nel 2019 i tribunali militari cubani hanno ordinato l’applicazione di sanzioni per i reclutati del Servizio Militare che si infliggono lesioni per ottenere il congedo, una pratica comune negli ultimi decenni, con non pochi incidenti sfortunati come conseguenza.

L'obbligatorietà del Servizio Militare è stata criticata in modo sistematico dai cubani, che anche sui social media promuovono campagne per fare pressione affinché venga eliminata l'obbligatorietà.

Tuttavia, la realtà indica che il reclutamento non si è fermato nemmeno durante la pandemia di coronavirus, qualcosa che è stato severamente messo in discussione dalla cittadinanza.

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