Avvertono sulla continua arrivata di repressori ed ex dirigenti castristi negli Stati Uniti: "Mentono all'Immigrazione"

"Menzionano al servizio di immigrazione nordamericano per evadere o nascondere responsabilità", si è lamentato PATMOS in un comunicato.

Personas en Aeropuerto de Miami (Imagen de referencia) © Periodicocubano
Persone all'Aeroporto di Miami (Immagine di riferimento)Foto © Periodicocubano

L'Istituto Patmos ha lanciato un allerta sull'allarmante incremento di ex dirigenti castristi che arrivano negli Stati Uniti "senza manifestare alcun pentimento", e che inoltre "mentono al servizio di immigrazione americano per evitare o nascondere responsabilità".

In un comunicato diffuso sul suo blog, l'organizzazione indipendente - fondata nel 2013 e dedicata alla promozione dei diritti umani, della libertà religiosa e della libertà di espressione - ha lamentato che, d'altra parte, programmi così importanti come quello dei rifugiati politici non siano stati ripresi, il che sarebbe invece in linea con la politica degli Stati Uniti, che si è sempre distinta nell'arena internazionale per il suo supporto ai diritti umani.

"La realtà è che mentre i repressori cubani arrivano negli Stati Uniti con totale impunità, le loro vittime a Cuba continuano a soffrire come ostaggi degli orrori del castrismo", si è lamentata l'entità.

L'Istituto Patmos ha lamentato che i familiari di oppositori, di prigionieri politici e di pastori assediati dal regime non abbiano avuto in molti casi la “fortuna di cui hanno invece goduto i repressori”.

L'Istituto Patmos cita come esempio più recente del disinvoltura con cui i ex castristi arrivano a Miami l'arrivo di Manuel Menéndez Castellanos, che ha ricoperto per 10 anni la carica di primo segretario del PCC della provincia di Cienfuegos, e che ha anche fatto parte del gruppo di supporto e coordinamento di Fidel Castro.

“È entrato il 15 agosto scorso attraverso l'aeroporto di Miami con un processo più rigoroso rispetto al Parole (riunificazione familiare) dove si indaga se la persona fosse o meno appartenente al PCC, cosa che l'ex funzionario ha negato senza mezzi termini”, ha sottolineato Patmos.

L'entità ha fatto riferimento a una lettera datata 13 agosto 2024, inviata al segretario per la Sicurezza Nazionale, Alejandro Mayorkas, da diversi membri di alto rango del Comitato per la Sicurezza Nazionale della Camera dei Rappresentanti.

Nella missiva, firmata da Mark Green, Clay Higgins e Dan Bishop, tra gli altri, si richiedeva un'indagine sulle possibili irregolarità nel trattamento del Parole umanitario.

La carta menzionava che "numerose allerte di supervisione" dirette al Dipartimento della Sicurezza Nazionale (DHS) sulla realizzazione del programma di Parole umanitarie "non sono state adeguatamente ascoltate".

Nel segmento finale del suo comunicato, l'Istituto Patmos ha dichiarato di non perdere la speranza che "presto i processi e i programmi si realizzino con giustizia", ma ha precisato che "nell'attuale disordine delle cose, sembra troppo evidente che avvenga tutto il contrario".

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