Ian Padrón da Venezuela: "Il popolo è in strada"

Ian Padrón si trovava nella parrocchia di Petares, nel centro di Caracas, uno dei quartieri più popolati dell'America Latina.


L'artista visivo cubano Ian Padrón ha condiviso un breve video da uno dei quartieri della città di Caracas, in Venezuela, dove si susseguono proteste popolari in risposta al risultato elettorale che ha proclamato Nicolás Maduro per un terzo mandato alla guida del paese.

Padrón ha detto che si trovava nella parrocchia di Petares, nel centro di Caracas, uno dei quartieri più popolati dell'America Latina e dove sono avvenute parte delle proteste in quel paese sudamericano.

"Migliaia di persone sono scese in piazza per protestare per i risultati elettorali", ha detto Padrón, che ha sottolineato come per lui fosse un'esperienza nuova essere presente, anche se ha evidenziato l'importanza della sua trasmissione."

Dal momento in cui il Consiglio Nazionale Elettorale (CNE) ha dichiarato Nicolás Maduro vincitore delle elezioni presidenziali tenutesi domenica 28 luglio, le mobilitazioni sociali non si sono fatte attendere, segnalando una frode nei risultati.

Incluso, i manifestanti hanno abbattuto diverse statue del leader bolivariano Hugo Chávez e hanno portato una delle teste per le strade legata a una moto.

L'opposizione, guidata dalla leaders María Corina Machado, ha denunciato il frode elettorale e la repressione violenta da parte del regime di Maduro.

Machado ha affermato che "la violenza è l'ultimo ricorso del regime di Maduro" e ha messo in evidenza quella che considerava la natura disperata delle azioni governative.

Ha lanciato un appello alla comunità internazionale riguardo l'escalation della violenza, indicando che nelle ultime 48 ore sono state segnalate "oltre 177 arresti, 11 scomparse e almeno 16 morti".

Lo stesso Maduro ha dichiarato di fronte a decine di membri della Guardia Nazionale Bolivariana (GNB, polizia militarizzata) in un settore di Caracas che hanno “più di 1.200 criminali catturati”, segnala l'agenzia Efe.

Il controverso mandatario ha indicato che queste persone sono state "allenate in Peru e Cile, e anche in Texas e Colombia", con l'obiettivo di andare in Venezuela a "realizzare atti di violenza".

La retorica minacciosa di Maduro non si è fermata, anche prima della conclusione delle campagne elettorali. Riguardo agli eventi che si sono svolti da domenica, ha minacciato di scatenare una guerra civile in Venezuela e ha incolpato gli Stati Uniti per la crisi nel paese.

I dubbi sulla legittimità dei risultati elettorali in Venezuela si sono diffusi nel mondo. Uno dei prestigiosi osservatori internazionali, il Centro Carter, ha dichiarato che le elezioni non hanno rispettato gli standard internazionali di integrità elettorale, il che impedisce loro di essere considerate democratiche.

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