Cubani sotto altre bandiere a Parigi 2024: Enmanuel Reyes, "Il Profeta" che sogna la rivincita olimpica

Enmanuel Reyes rappresenta per la seconda volta la Spagna alle Olimpiadi. A Tokyo ha perso contro il cubano Julio César la Cruz, che, vincendo, ha urlato "¡Patria y Vida, no! ¡Patria o Muerte, venceremos!".

  • Redazione di CiberCuba

Enmanuel Reyes © Instagram / coe_es
Enmanuel ReyesFoto © Instagram / coe_es

Enmanuel Reyes Pla, pugile di 31 anni, rappresenta per la seconda volta la Spagna in una Olimpiade e assicura che a Parigi si incoronerà con una medaglia d'oro.

Enmanuel è stato a Tokio 2020, dove è arrivato quinto dopo essere stato sconfitto ai quarti di finale da Julio César la Cruz, un combattimento atteso nel quale "La Sombra", già quattro volte campione del mondo e oro olimpico di Rio 2016, ha vinto per decisione dei giudici 4-1.

"El Profeta", che aveva annunciato che sarebbe stato il primo a gridare "Patria y Vida" a Tokyo, dopo aver perso ha dovuto ascoltare il suo avversario gridare "¡Patria y Vida, no! ¡Patria o Muerte, venceremos!".

Quattro anni dopo, con un palmarès che include una medaglia di bronzo ai Campionati Mondiali di Boxe Amatoriale del 2021, un argento ai Campionati Europei di Boxe Amatoriale del 2022 e un bronzo ai Giochi Europei di Cracovia 2023, Reyes considera di essere più che pronto per salire sul podio in Francia.

"Le mie aspirazioni a Parigi si concentrano su un unico obiettivo: la medaglia d'oro, se Dio me lo permette. Ho occupato il quinto posto a Tokyo, competendo anche per la Spagna. Adesso mi sto preparando fisicamente e mentalmente per diventare campione olimpico; sto raggiungendo la mia forma migliore, seguendo quanto stabilito dal mio allenatore e, cosa principale, godendomi il processo," ha detto in un'intervista a CiberCuba.

Nato a L'Avana il 14 dicembre 1992, Enmanuel è diventato vicecampione nazionale contro Eryslandy Savón nel 2016, e questo lo ha convinto che nel suo paese non gli avrebbero mai dato l'opportunità di diventare grande, anche se fosse stato molto bravo, perché "agli affermati non lo toglie nessuno".

Partì quindi verso Mosca e fu anche in Bielorussia, Germania e Austria, una vera odissea in cui trascorse anche dei periodi in prigione per essere irregolare. Alla fine riuscì ad arrivare in Spagna, dove fu accolto dalla sua famiglia e si integrò nella Federazione Spagnola di Boxe, che lo aiutò a ottenere la cittadinanza.

"Vieni in Spagna perché si è sempre comportata bene con la mia famiglia e volevo difendere i suoi colori. Hanno scommesso su di me. Non sono un atleta olimpico per denaro, ma per la gloria di essere campione", ha detto nel 2020.

In questi Giochi, Reyes avrà il suo primo combattimento domenica 28 luglio.

"Aspettate il meglio da me, perché ho lavorato per portare gioia a tutte le persone che mi seguono e mi supportano. Parigi sarà un'olimpiade grande per la boxe spagnola, per il galiziano e per me. Andiamo con tutto," ha assicurato.

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