Più di 17 mila cubani sono entrati negli Stati Uniti attraverso i confini a giugno.

La cifra rappresenta il minor reddito dei cubani nei primi nove mesi dell'attuale anno fiscale americano (FY2024).

Agente de CBP en la frontera EE.UU.-México © Redes sociales
Agente di CBP al confine tra gli Stati Uniti e il Messico.Foto © Redes sociales

Un totale di 17.563 cubani sono entrati attraverso i confini degli Stati Uniti durante lo scorso giugno, secondo i dati resi noti lunedì dall'Ufficio delle Dogane e della Protezione delle Frontiere (CBP).

Quel numero rappresenta il reddito più basso nei primi nove mesi dell'anno fiscale statunitense (FY2024), che è iniziato l'1 ottobre scorso.

Cattura dello schermo/CBP

A soli tre mesi dalla conclusione del periodo, sono 180.925 i cubani che sono entrati negli Stati Uniti attraverso diverse vie durante l'anno fiscale in corso.

Le cifre indicano che circa 11.316 cubani sono arrivati attraverso il confine meridionale, mentre solo 37 sono arrivati attraverso il confine settentrionale, confinante con il Canada, superando il numero di arrivi in quella zona del mese precedente, che è stato di 31. Il resto - 6.216 - è arrivato via mare.

Il numero di migranti cubani che sono entrati negli Stati Uniti attraverso i loro confini durante i primi nove mesi dell'anno fiscale statunitense (da ottobre a settembre di ogni anno) è superiore a quello registrato nello stesso periodo del 2023.

Se nei primi nove mesi dell'anno fiscale 2023 gli incontri di cubani al confine hanno raggiunto quota 164.440, nel corso dell'anno attuale il numero raggiunge i 180.925 migranti dall'isola assistiti dalle autorità di immigrazione statunitensi.

Questo significa, secondo le previsioni, che l'attuale anno fiscale avrà un numero maggiore di incontri al confine rispetto all'anno precedente, in cui ne sono stati registrati in totale 200.287 da ottobre 2022 a settembre 2023.

I dati evidenziano che la crisi a Cuba continua a provocare un esodo massiccio e irregolare dall'isola verso gli Stati Uniti, nonostante gli sforzi dell'amministrazione Biden per indirizzare questo flusso attraverso vie legali come il parole umanitario.

Lo scorso aprile, alle vigilia della 38esima Ronda dei Colloqui Migratori tra Cuba e gli Stati Uniti a Washington, il regime dell'Avana ha riconosciuto che la attuale crisi migratoria è "la più grande della storia di Cuba", ma ha incolpato gli Stati Uniti per le proprie politiche di pressione e per incoraggiare l'immigrazione cubana con "stimoli straordinari e artificiali".

Lo scorso 5 giugno, il governo di Joe Biden ha introdotto una serie di cambiamenti al confine al fine di impedire alle persone di chiedere asilo una volta attraversato il confine senza autorizzazione, ad eccezione di alcuni casi.

La Casa Bianca ha dichiarato in un comunicato ufficiale che le "azioni saranno attive quando i livelli elevati degli incontri con migranti illegali al confine meridionale supereranno la capacità di generare conseguenze tempestive".

L'amministrazione Biden ha avvertito che il Congresso doveva agire per risolvere il problema dell'immigrazione al confine con il Messico, poiché le azioni approvate dal presidente non fornivano il personale né i fondi necessari per garantire la situazione.

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