La polizia convoca la madre del bambino cubano che ha detto le verità a Díaz-Canel a Santiago de Cuba.

La giovane madre ha recentemente pubblicato sui social media un video in cui suo figlio, di quattro anni, canta alcune verità al governante Miguel Díaz-Canel.


La polizia politica di Cuba ha convocato Lisandra Rivera Rodríguez per comparire dinanzi alla sicurezza di Stato, nella città di Santiago de Cuba, dopo la diffusione su social media di un video in cui suo figlio critica apertamente il governante Miguel Díaz-Canel.

Sono appena venuti a casa mia due capi di settore per dirmi che sono stata convocata dalla Sicurezza dello Stato per la terza unità, conosciuta come La Motorizzata", ha denunciato Rivera su Facebook.

Cattura di Facebook / Lisandra Rivera Rodriguez

La giovane madre, che è un'oppositrice al regime cubano ed ex prigioniera politica, ha pubblicato lunedì scorso su Facebook un video in cui suo figlio di quattro anni critica duramente Díaz-Canel, "dicendo le verità" al governante.

Il bambino, in un video pubblicato dalla madre, ha riflesso il disappunto della sua famiglia: “Canel, tu non hai dignità né intelletto”, “per la tua cattiva inclinazione, pagherei per non vederti”, e “pagherei per nasconderti”, sono alcune delle frasi che ha pronunciato.

Questo incidente si inserisce in un contesto di tensione politica a Cuba, dove la libertà di espressione e la risposta del governo alle critiche sono argomenti delicati.

La situazione di Rivera, la madre del bambino, è un esempio di come le famiglie affrontano sfide nell'esprimere le proprie opinioni nel paese.

In relazione alla convocazione che la giovane madre sta affrontando, il giornalista indipendente Yosmany Mayeta ha espresso su Facebook: "Esigo che venga fermato l'assedio alle famiglie dell'opposizione cubane. Restiamo vigili su tutto", suggerendo che Rivera potrebbe essere oggetto di molestie da parte della polizia politica cubana nei prossimi giorni.

Nel suo desiderio di zittire i cittadini, il regime commette ogni tipo di abuso.

Nel 2023, la figlia degli oppositori cubani Marisol Peña Cobas e José Luis Acosta, una bambina di sette anni, è stata portata via dalla sua scuola e interrogata da ufficiali del Ministero degli Interni (MININT) di Camagüey, senza la presenza dei suoi genitori.

"Citata così, all'improvviso, senza avviso o nulla", ha detto l'oppositore attraverso un video, sostenendo che il motivo era "per non aver insegnato a sua figlia ad amare la rivoluzione".

Quell'anno stesso, utenti dei social media condivisero una denuncia sull'abuso della polizia contro una ragazza di 14 anni nella città di Holguín.

In un luogo di Cuba continua la repressione del popolo, questa volta gli agenti picchiano e violano i diritti di un minore di 14 anni", scrive su Twitter l'utente che si identifica come Luciana, la quale condivide un video in cui sono rappresentati due agenti di polizia, un uomo e una donna, che rimproverano una persona che è uscita in difesa del minore.

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