Pochi giorni dopo aver ricevuto la sua carta di residenza permanente (Green Card) negli Stati Uniti, la celebre ex stella del baseball Reutilio Hurtado non ha perso troppo tempo e ha viaggiato a Cuba per abbracciare i suoi cari.
In esclusiva sulla sua pagina Facebook, il giornalista e narratore sportivo Yasel Porto ha informato che l'ex esterno centrale non aveva avuto contatti fisici con i suoi gemelli Maikel David e Mauro Denis da un anno e nove mesi.
"Non aveva più visto i suoi figli di 17 anni dall'uscita da Cuba per trasferirsi definitivamente a Houston", ha scritto il comunicatore prima di rivelare il messaggio inviato dal santiaguero stesso.
È incredibile come la gente qui a Santiago mi abbia trattato. Dal momento in cui sono arrivato in aeroporto e tutti per strada, nel quartiere. Un enorme affetto che tutti mi hanno mostrato," ha commentato l'attuale allenatore dei bambini.
Durante la sua carriera sportiva, il guardaboschi ha fatto parte delle due versioni della famosa "applanatrice santiaguera", epiteto di quei team quasi invincibili diretti dal defunto manager Higinio Vélez.
Proprietario del numero 52, il fratello dell'ex pugile professionista Diosbelys Hurtado ha accumulato 21 Serie Nazionali, con una linea offensiva di .289 average/.400 OBP/890 OPS, secondo le statistiche della pagina ufficiale del baseball cubano.
Altre cifre notevoli includono oltre mille punti segnati (1.059) e battuti a casa (1.083), così come 252 fuoricampo, posizionandosi come il quarto santiaguero con più home run, dietro soltanto ai tre più grandi battitori che questa terra orientale abbia mai avuto: Orestes Kindelán, Antonio Pacheco e Gabriel Pierre.
In un'intervista esclusiva a CiberCuba nel 2021, Hurtado ha commentato che "i dirigenti di quel periodo non mi hanno mai separato da mio fratello. Sto parlando dell'allora presidente dell'INDER, Humberto Rodríguez, il commissario nazionale Carlos Rodríguez, il direttore tecnico Benito Camacho (in precedenza Miguel Valdés), Higinio Vélez, mentore di Santiago de Cuba, che riposi in pace".
Riferì che Vélez gli disse "portarmi nella (squadra) Cuba sarebbe stato come se io mi svegliassi con mio fratello a Miami. Tutti mi consideravano un possibile disertore".
Nel dialogo con il nostro mezzo, ha ricordato: "Mi è stato impedito di partecipare, almeno, ai Giochi Centroamericani e del Caraibi di Maracaibo 98, al Campionato del Mondo in Italia dello stesso anno, ai Panamericani di Winnipeg 99, alle Olimpiadi di Sydney 2000, al Campionato del Mondo di Taipei in Cina nel 2001 e così via, a qualsiasi grande evento che passasse per le Olimpiadi di Atene 2004 fino al primo Clásico Mondiale del 2006".
Quegli sono stati anni in cui le mie prestazioni erano molto superiori a quelle degli altri giardinieri centrali dell'intera isola. Naturalmente mi sentivo male, molto male, tanto che a volte mi passava per la mente di abbandonare il baseball, ma grazie alla mia famiglia che mi ha sempre sostenuto, non l'ho fatto".
Nella sua biografia compaiono sei titoli nazionali e due Coppe Rivoluzione; tuttavia, mancano medaglie olimpiche e mondiali, nonostante abbia dimostrato il talento sufficiente per far parte di varie squadre cubane.
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