Un bilancio della Rivoluzione Cubana

La Rivoluzione Cubana, con la sua retorica piena di promesse e il suo discorso di benessere per tutti, è stata una delle più grandi inganni della storia moderna. Mentre il regime insiste nel dipingere un futuro brillante per il paese, la realtà è che, dopo più di 60 anni di "splendore" rivoluzionario, l'unica cosa che è prosperata a Cuba è la miseria, la repressione e la disperazione.

Las ruinas de la revolución © CiberCuba
Le rovine della rivoluzioneFoto © CiberCuba

Questo articolo risale a 16 anni fa.

La grande menzogna del progresso

Uno degli argomenti più ripetuti dal regime è che Cuba è sulla buona strada per risolvere problemi come l'alimentazione, i trasporti, l'abitazione e il tempo libero. Davvero? È ironico parlare di risolvere problemi che loro stessi hanno creato. Dal 1959, i cubani siamo stati testimoni di come queste aree, anziché migliorare, siano deteriorate fino a livelli insostenibili.

Alimentazione: Dove è il cibo?

Il popolo cubano da decenni sopravvive con una scheda di razionamento che non garantisce nemmeno i cibi più basilari. Mentre i vertici del Partito godono di succulenti pasti, il cubano medio trascorre ore in code interminabili per ottenere pane, uova o un po' di olio. Le promesse di migliorare l'agricoltura sono parole vuote quando i campi sono abbandonati, la macchinari è obsoleta e il contadino si sente intrappolato tra regolamenti assurdi e una burocrazia che gli impedisce di prosperare.

Il trasporto: un incubo quotidiano

Il trasporto a Cuba è una presa in giro. Per la maggior parte dei cubani, spostarsi da un luogo all'altro è un compito quasi impossibile. Gli autobus sono scarsi, vecchi e affollati; i taxi sono un lusso; e non parliamo dei treni, che sembrano usciti da un museo di antiquariato. Nel frattempo, il governo destina le sue risorse a mantenere un'élite che vive comodamente, viaggiando in auto moderne e beneficiando di privilegi che sono al di fuori della portata del cittadino comune.

Vivienda: un paese in rovina

La vivienda è un altro dei grandi fallimenti del regime. Centinaia di migliaia di cubani vivono in condizioni deplorevoli, in edifici che cadono a pezzi, dove il pericolo di crollo è una costante. Ogni volta che piove, molti cubani temono che il tetto delle loro case ceda e li seppellisca. Le promesse di costruire nuove abitazioni rimangono su carta e progetti fantasma, mentre i pochi che riescono ad accedere a una casa dignitosa lo fanno attraverso raccomandazioni o pagando in valuta forte.

Educazione e salute: due pilastri in decadenza

Il regime cubano si vanta sempre del suo sistema di istruzione e salute, presentandoli come le grandi vittorie della Rivoluzione. Ma la realtà, come sempre, è molto diversa. L'istruzione cubana è un lavaggio del cervello costante, dove si indottrina gli studenti sin da piccoli con la retorica del regime. Sì, l'istruzione è "gratuita", ma a costo di sacrificare la libertà di pensiero e di espressione. Inoltre, le scuole sono in condizioni deplorevoli, gli insegnanti sono mal pagati e demotivati, e la qualità dell'insegnamento è sempre più bassa.

La salute pubblica, un tempo motivo di orgoglio, è caduta in una crisi profonda. Gli ospedali mancano di forniture basilari, i medici sono costretti a lavorare in condizioni disumane e l'accesso ai medicinali è quasi inesistente per il cubano medio. Nel frattempo, il regime preferisce esportare medici come merci per ottenere valuta estera, sfruttandoli all'estero mentre le cliniche nell'isola crollano.

Il capitale umano: la grande truffa

Il discorso secondo cui Cuba ha trasformato il suo capitale umano nella principale forza produttiva del paese è un'altra falsità. Se c'è qualcosa che ha fatto la Rivoluzione, è distruggere il talento e la capacità della sua gente, costringendo milioni di cubani a cercare una vita migliore al di fuori dell'isola. Cuba non è "un'università", come spesso cerca di far credere il regime; è una prigione per il pensiero critico e lo sviluppo personale. I cubani sono intrappolati in un sistema che non consente loro di prosperare, dove le opportunità sono riservate a coloro che si sottomettono ciecamente al regime.

Cosa ci rimane?

L'unica via d'uscita per il cubano è stata, storicamente, fuggire dal paese. La diaspora cubana è la testimonianza vivente del fallimento della Rivoluzione. Milioni di cubani hanno abbandonato l'isola in cerca della libertà e della prosperità che sono state loro negate dal regime. Quelli che restano sull'isola sopravvivono a malapena, tra code interminabili, un mercato nero inarrestabile e una repressione che soffoca ogni tentativo di cambiamento.

Il regime cubano ha dimostrato, ancora e ancora, di non avere alcuna intenzione di migliorare la vita del suo popolo. Ogni promessa di "riforme" economiche o "aperture" è semplicemente un altro tentativo disperato di guadagnare tempo e perpetuare il suo potere. Nel frattempo, il popolo cubano continua a pagare il prezzo di questo esperimento fallito.

Un appello all'azione

La Rivoluzione ha fallito. Non c'è futuro in un sistema che si sostiene sulla repressione, la menzogna e la povertà. La soluzione non verrà da ulteriori promesse vuote né da discorsi sul "splendore" futuro. Verrà dall'azione decisa del popolo cubano per reclamare la propria libertà e costruire un paese dove la prosperità e il benessere siano una realtà, non un'illusione irraggiungibile.

La Rivoluzione Cubana ci ha rubato troppo. È ora di riprendere ciò che ci appartiene.

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