Il regime celebra l'incorporazione di giovani al Servizio Militare nonostante il recente decesso di reclute

La propaganda del regime, amplificata dai mezzi di comunicazione ufficiali, si oppone anche al crescente numero di voci della società civile che denunciano l'obbligatorietà del Servizio Militare.


Un rapporto del Noticiero Nacional de la Televisión (NTV) ha celebrato l'incorporazione di nuovi reclute al Servizio Militare obbligatorio del regime cubano, nonostante il recente decesso di nove giovani soldati e quattro ufficiali a Holguín.

Alieno al dolore di amici e familiari, senza rendere conto né essere trasparente nell'indagine sulla tragedia, l'alta dirigenza della dittatura cubana ha ordinato ai suoi mezzi di comunicazione ufficiali di offrire una visione edulcorata e propagandistica del Servizio Militare.

Fino a un’unità dell'Esercito Centrale si sono spostate le telecamere del NTV per mostrare una visione idilliaca della formazione militare che ricevono i giovani cubani di età superiore ai 18 anni, una formazione obbligatoria che sempre più voci della società civile denunciano, e che si è dimostrata obsoleta e pericolosa per la vita dei reclutati.

“Di fronte a capi, ufficiali e familiari, i giovani hanno ribadito l'impegno a difendere la patria socialista, a svolgere tutti i compiti indicati dal comando e a essere esempi, sia nelle unità che nella società”, ha indicato il rapporto del media ufficialista quando non è ancora trascorso un mese dalla esplosione di magazzini militari a Melones.

Nove reclute hanno perso la vita in quella tragedia, che non è ancora stata spiegata dal ministero delle Forze Armate (MINFAR), che si è però affrettato a nascondere i primi rapporti ufficiali che indicavano che i soldati si trovavano a classificare "munizioni invecchiate".

Le autorità non si sono espresse nemmeno riguardo alle informazioni non ufficiali che circolano sui social media e che indicano che nel luogo si stava anche immagazzinando armamento chimico, e che non venivano seguiti i protocolli stabiliti per la sua conservazione e manipolazione, compiti che dovrebbero essere eseguiti da militari con addestramento professionale, e non da giovani reclute.

Questo tragico evento che ha sconvolto l'opinione pubblica e ha riacceso le denunce della società civile contro l'obbligatorietà del Servizio Militare, è avvenuto quasi due anni e mezzo dopo il disastro verificatosi presso la Base di Supertanqueros di Matanzas, che è costato la vita a quattro giovani reclutati come vigili del fuoco.

Tra entrambe le tragedie e prima di esse, sono molti i giovani cubani che sono morti in manovre, incidenti, episodi violenti o suicidi avvenuti durante il servizio militare obbligatorio.

Il gocciolio di vittime e il torrente di dolore provocato dal servizio militare del regime cubano hanno nuovamente spinto all'obiezione di coscienza tra attivisti e membri della società civile cubana, che negli ultimi tempi è diventata visibile grazie a campagne come “No al Servizio Militare Obbligatorio”.

Questa iniziativa, promossa da attivisti e organizzazioni come il movimento Impacto Juvenil Republicano, chiede la fine del Servizio Militare obbligatorio, considerato da molti un sistema oppressivo e pericoloso per i giovani cubani. Dopo le esplosioni segnalate a Melones, molti genitori e giovani si sono uniti a questa campagna sui social media e nelle strade dell'isola.

Di spalle a tutti loro, all'intera società e alla realtà stessa, il regime cubano ha celebrato questo domenica l'inserimento di 600 nuovi reclute nel suo esercito decadente e obsoleto, dando un ulteriore giro alla sua macchina propagandistica, ultimo strumento insieme alla repressione che gli rimane per perpetuare un ordine che si frantuma in una palese decadenza.

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