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Il laboratorio di idee Cuba Siglo XXI, situato negli Stati Uniti, vede possibilità di un cambiamento di regime sull'Isola nel 2025. È quanto afferma il rapporto "Cuba 2025, possibilità e probabilità", reso pubblico questo mercoledì, nel quale il think tank della Florida valuta la governabilità del paese e conclude che il sistema totalitario è collassato.
"Per cambio di regime, il rapporto si riferisce a cambiare un intreccio di istituzioni, leggi, norme, regolamenti e forme di pensiero gestiti dal governo. Tuttavia, il cambiamento del governo diventa anche imprescindibile, perché in questo caso ha dimostrato, oltre ogni dubbio, di opporsi al cambiamento di regime e di volerlo perpetuare. In queste circostanze, il governo è parte del problema e non della soluzione", assicura il think tank in un comunicato stampa.
Inoltre, considera come fattore chiave per catalizzare questo processo la morte di Raúl Castro, che darebbe origine a una lotta di potere interna che, unita al malcontento popolare e alla pressione internazionale, potrebbe portare a una transizione verso un nuovo modello politico.
Sei indicatori internazionali
Per arrivare a questa conclusione, gli esperti Emilio Morales e Juan Antonio Blanco hanno misurato sei indicatori internazionali di governance: stato di diritto, sicurezza economico-sociale, efficienza statale, corruzione, relazioni internazionali e stabilità politica. Questa analisi li ha portati non solo a determinare che "il panorama è critico", ma anche a prevedere che "molte cose che fino a poco tempo fa si consideravano impossibili, oggi sono possibili e persino probabili".
"La combinazione del collasso del regime di governance, l'estensione e l'approfondimento del malcontento sociale, l'emergere di tensioni interne nel blocco di potere e una maggiore chiarezza strategica a Washington con l'arrivo dell'Amministrazione Trump potrebbe segnare un punto di svolta e l'inizio di una fase decisiva nell'isola. Questa circostanza coincide con la grave crisi del regime di Maduro. La codependenza di entrambi li ha aiutati a superare diverse crisi in passato, ma questa volta potrebbe essere il loro tallone d'Achille comune che segnerà la loro caduta," segnala Cuba siglo XXI.
Il rapporto ha rilevato tre fattori chiave nella crisi di governabilità che attraversa l'Isola. Questi sono il collasso economico, la crisi sociale e l'instabilità politica.
A livello economico, gli esperti segnalano un "stato finanziario precario", a causa della diminuzione delle entrate provenienti da rimesse, turismo ed esportazione di servizi medici. A livello sociale, mettono in evidenza l'ondata migratoria massiva, che riflette il malcontento collettivo, e che ha le sue radici in un incremento del 90% della povertà. Dietro l'instabilità politica collocano la resistenza dei cittadini a seguito delle proteste massicce del 11 luglio 2021 e l'aumento della repressione da parte dello Stato.
Dal Cuba Siglo XXI considerano che per stabilizzare il paese sia necessario cambiare il regime totalitario; evitare nuove migrazioni di massa e garantire che l’Isola smetta di essere un focolaio di sovversione internazionale. Tuttavia chiariscono che non è garantito verso quale direzione potrebbe orientarsi il cambiamento, né tantomeno se tale cambiamento sia garantito al 100%. Si limitano ad affermare che "quel cambiamento è possibile".
In caso di un cambiamento, la bilancia potrebbe pendere verso un movimento civico-militare guidato da forze prodemocratiche che stabilisca una transizione verso la democrazia e lo stato di diritto o, al contrario, potrebbe trattarsi di un cambiamento controllato dall'interno del blocco di potere, che potrebbe risultare in un nuovo regime autocratico e illiberale con un certo grado di apertura economica controllata.
Azioni militari
Di fronte a questo panorama, lo studio suggerisce che l'Amministrazione Trump e la comunità internazionale in generale possono essere determinanti se decidono di sostenere la democratizzazione di Cuba e dissuadere il regime dal ricorrere alla violenza, arrivando, addirittura, a "neutralizzare il suo apparato repressivo con azioni militari, chirurgiche e mirate".
Gli autori sottolineano che “ciò che decide gli eventi storici non è quello che gli analisti" credono sia possibile, ma "ciò che gli stessi attori –che siano nel giusto o meno– decidono di credere possibile". In questo momento, insistono, ci sono molti fattori che rendono quel cambiamento possibile.
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