Impressionante testimonianza di una madre cubana ferita in un crollo a seguito del sisma a Granma

Un sisma a Granma, Cuba, ha causato feriti e migliaia di edifici danneggiati. Yaniseli Ramírez, una madre colpita, racconta la sua esperienza mentre la popolazione rimane in allerta per le continue scosse di assestamento.

Familia damnificada por los terremotos al sureste de Pilón © Collage Facebook / CMKX Radio Bayamo y La Demajagua
Familia danneggiata dai terremoti nel sud-est di Pilón.Foto © Collage Facebook / CMKX Radio Bayamo e La Demajagua

I secondi che hanno scosso Pilón, nella provincia di Granma, il 10 novembre scorso, hanno segnato per sempre la vita di Yaniseli Ramírez Tejeda, una giovane madre di 25 anni.

“È stato un grande boato”, ha raccontato Ramírez al quotidiano ufficialista La Demajagua, ricordando come il suolo abbia iniziato a tremare mentre cucinava in giardino con suo figlio di due anni.

Questa madre, senza pensarci, corse fuori con il bambino, dove c'era suo marito con il bebè di 10 mesi.

In quel momento, la sua vicina, nel mezzo del panico, le lanciò la sua altra figlia oltre la recinzione per salvarla.

Dopo la prima scossa, Ramírez entrò a cambiare i vestiti della sua piccola, ma il secondo terremoto la colse di sorpresa prima che potesse uscire.

Il soffitto e le pareti interne crollarono su di lei, colpendole il braccio destro e l'anca.

Sua figlia Samira, di quattro anni, si è stretta instintivamente ai suoi piedi, proteggendosi dall'impatto, ha raccontato a La Demajagua.

Dieci persone ferite e almeno 3.752 edifici danneggiati sono le principali conseguenze dei terremoti di magnitudo 6 e 6.7 che hanno colpito il sud-est di Cuba.

I rumor che un tsunami potesse colpire la zona hanno scatenato il panico tra i vicini, che sono corsi disperati verso la collina più vicina.

Ramírez ricorda come suo marito corse con i bambini in braccio, lasciandosi dietro le macerie e la paura, in cerca di rifugio.

“E mio marito, quello corse più di Juan Torena con i ragazzi in guinda, su per la collina,” raccontò.

Il quartiere El Bon è ridotto in macerie, con case, edifici, scuole e il molo completamente distrutti.

“Ora siamo in attesa di ogni scossa e non possiamo correre il rischio per i nostri bambini. Quando le sentono, la bambina piange e dice che ha paura”, ha sottolineato la giovane madre.

Quando terminerà il suo congedo di maternità, Ramírez tornerà al suo lavoro come aiutante in lavanderia presso l'Ospedale Félix Lugones, nel comune più a sud di Granma, perché, come afferma con ottimismo: “Per i miei figli, per la famiglia, bisogna ricominciare”.

Tuttavia, la popolazione dell'oriente di Cuba, in particolare quella di Granma, continua a provare paura, con migliaia di scosse di assestamento successive al sisma di 6.7 registrato lo scorso 10 novembre.

Questo martedì, la registrazione di un sisma di magnitudo 4.2, percepito in diversi comuni delle province di Granma e Santiago di Cuba, ha nuovamente provocato panico.

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