Cosa dovrebbe cambiare a Cuba per diventare membro a pieno titolo dei BRICS?

Sebbene l'accettazione come membro associato rappresenti un primo passo, l'isola deve affrontare importanti sfide economiche e politiche che le impediscono di accedere a un'integrazione totale nel blocco delle economie emergenti.

Vladimir Putin y Miguel Diaz-Canel © Cubadebate
Vladimir Putin e Miguel Diaz-CanelFoto © Cubadebate

L'accettazione di Cuba come membro associato dei BRICS rappresenta un passo significativo per l'isola, che cerca nuove alleanze economiche e diplomatiche in uno scenario globale sempre più competitivo. Tuttavia, diventare membro a pieno titolo di questo blocco di economie emergenti comporta una serie di sfide che Cuba dovrà affrontare se desidera partecipare con pieni diritti alle decisioni e alle strategie del gruppo.

Attualmente, lo status di membro associato consente a Cuba di far parte di alcune iniziative del gruppo, ma senza diritto di voto né potere decisionale. Per avanzare verso una membership totale, la nazione caraibica deve rafforzare la sua stabilità economica, riformare il suo modello di governance e ampliare i suoi impegni di investimento con i paesi chiave del blocco, come Cina e Russia.

La stabilità economica, una sfida fondamentale.

Uno dei principali ostacoli che affronta Cuba per ottenere una piena adesione ai BRICS è la mancanza di stabilità economica interna. L'economia cubana, caratterizzata da un sistema centralizzato e di controllo statale, soffre di una profonda crisi energetica che si traduce in prolungati blackout che colpiscono sia la vita quotidiana sia l'attività produttiva. La scarsità di beni di prima necessità, come cibo e medicinali, è stata un problema costante per la popolazione cubana, una situazione aggravata dalla limitata apertura del paese al capitale privato e agli investimenti esteri.

La mancanza di valuta estera e la scarsa investimento esterno ostacolano la riattivazione del sistema produttivo cubano, limitando la sua capacità di generare una crescita economica sostenuta. Sebbene Cuba abbia ricevuto supporto finanziario e crediti dai suoi alleati più stretti nel blocco BRICS, in particolare da Cina e Russia, questo sostegno non è stato sufficiente per superare i problemi strutturali della sua economia. Per essere considerata un partner economico stabile dagli altri paesi del gruppo, Cuba dovrà consolidare la sua relazione con questi alleati, trasformando la cooperazione attuale in impegni più ampi e a lungo termine che includano investimenti in settori chiave come l'energia e l'infrastruttura.

Riforma del modello di governo: una condizione ineludibile

L'altro grande sfida che Cuba deve affrontare nel suo cammino verso una piena adesione ai BRICS è la necessità di riformare il proprio modello di governance. Nonostante la diversità dei sistemi politici all'interno del gruppo, i BRICS condividono la necessità di adattarsi a standard di governance che facilitino l'integrazione economica e l'attrazione di investimenti. Questo include l'adozione di quadri giuridici chiari per proteggere gli investitori e una maggiore apertura alla partecipazione del settore privato.

Cuba, con un modello di governance rigido e centralizzato, è lontana dal soddisfare questi requisiti. Sebbene negli ultimi anni abbia permesso la creazione di piccole e medie imprese e abbia effettuato alcune aperture al settore privato, queste riforme sono state lente e limitate. Il controllo statale continua a essere un ostacolo alla modernizzazione economica del paese, e la mancanza di sicurezza giuridica per gli investitori stranieri genera sfiducia e frena l'arrivo dei capitali necessari per lo sviluppo economico.

Senza una trasformazione più profonda della sua struttura economica e legale, che permetta maggiore trasparenza e faciliti gli investimenti, Cuba non può soddisfare appieno le aspettative di governance del gruppo BRICS. Questo la tiene lontana da una possibile adesione piena, poiché l'adattamento a queste normative è fondamentale per il successo della cooperazione all'interno di un blocco che cerca un'integrazione economica più ampia e solida.

L'importanza dell'agenda globale e della volontà politica dei BRICS

Oltre alle sue sfide interne, la possibilità che Cuba diventi membro pieno dei BRICS dipende anche dalla volontà politica degli attuali membri del gruppo. Le recenti decisioni dei BRICS, come il rifiuto del Brasile all'integrazione del Venezuela, dimostrano che la politica interna e la percezione di stabilità dei paesi interessati giocano un ruolo cruciale nell'ampliamento del blocco. Nel caso di Cuba, la percezione dei membri attuali riguardo alla sua capacità di rispettare gli impegni del gruppo e la sua stabilità politica ed economica sarà determinante.

D'altro canto, per allinearsi con l'agenda globale dei BRICS, Cuba dovrà adattarsi agli obiettivi strategici del gruppo, che includono la promozione di un commercio internazionale più equo e meno dipendente dal dollaro statunitense, così come la costruzione di un'economia globale più multipolare. Ciò implica non solo partecipare a progetti di sviluppo congiunto promossi dal blocco, ma anche adattare la propria politica estera per allinearsi con gli interessi e la visione dei BRICS in un contesto globale.

Un cammino lungo e complesso per Cuba

L'inclusione di Cuba come membro associato dei BRICS è stata vista come un'opportunità per l'isola di rafforzare la sua diplomazia economica ed esplorare nuove alleanze strategiche. Tuttavia, questo status non garantisce un accesso automatico alla piena adesione, e le sfide che Cuba deve affrontare sono considerevoli. Le riforme necessarie per raggiungere la stabilità economica e modernizzare il suo modello di governance richiedono un impegno politico e sociale profondo, così come una maggiore apertura agli investimenti esteri.

Nel contesto della recente richiesta del Venezuela di entrare a far parte del gruppo BRICS, la posizione di paesi come il Brasile, che ha posto il veto alla sua integrazione, sottolinea l'importanza di dimostrare stabilità e allineamento con gli interessi del blocco. Il rifiuto nei confronti del Venezuela dimostra che i membri attuali sono cauti nel considerare l'integrazione di nuovi paesi che potrebbero influenzare la coesione e la stabilità del gruppo.

Sebbene lo status di membro associato di Cuba rappresenti un progresso significativo, il cammino verso la piena adesione sarà lungo e richiederà uno sforzo sostenuto da parte dell'isola per superare i propri problemi strutturali e consolidare la propria posizione all'interno di un gruppo di economie emergenti che cercano di sfidare il dominio delle potenze occidentali. L'efficacia di questa integrazione dipenderà dalla capacità di Cuba di concretizzare accordi e partecipare attivamente ai progetti congiunti con i membri a pieno titolo del blocco.

In conclusione, "tutto molto bello" nei titoli, ma Cuba è lontana dal riuscire a trasformare questa inclusione in un miglioramento tangibile degli investimenti di cui il regime cubano ha tanto bisogno per rimanere a galla. Nonostante le dichiarazioni e le inclusioni, tutti i paesi che appartengono ai BRICS conoscono la realtà di Cuba; tutti sono stati "morsi" dall'inefficacia del regime e dalla sua facilità nel dimenticare debiti e impegni. I BRICS di oggi somigliano molto poco al vecchio CAME: non si basano su principi di solidarietà né su nulla di simile. È un blocco economico caratterizzato da un pragmatismo evidente. Quale posto avrà Cuba in questo blocco? Uno molto piccolo, se continueranno sulla strada della continuità di Díaz-Canel.

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