Trump minaccia l'Unione Europea con dazi e pone una condizione per evitarli

La minaccia di Trump si aggiunge a un lungo elenco di misure protezionistiche volte a rafforzare l'industria statunitense e ridurre la dipendenza commerciale dalle importazioni estere.

Donald Trump (Imagen de referencia) © YouTube/Screenshot/Europa Press
Donald Trump (Immagine di riferimento)Foto © YouTube/Screenshot/Europa Press

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Il presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, ha lanciato un avvertimento diretto all'Unione Europea (UE): devono aumentare i loro acquisti di petrolio e gas statunitensi per ridurre il deficit commerciale, oppure dovranno affrontare l'imposizione di dazi su prodotti europei.

"Ho detto all'Unione Europea che devono compensare il loro enorme deficit con gli Stati Uniti acquistando su larga scala il nostro petrolio e gas. Altrimenti, verranno applicati dazi!!!", ha scritto Trump attraverso il suo social network Truth Social.

Washington stima che il deficit commerciale con l'Europa superi i 130 miliardi di dollari, una cifra che Trump ha definito inaccettabile.

Questa posizione rinforza le tensioni nelle relazioni commerciali tra i due blocchi, che già avevano sofferto durante il suo primo mandato, quando l'ex presidente impose dazi che variavano tra il 30 e il 44% su prodotti come le olive spagnole.

Crescente tensione nella politica commerciale transatlantica

La minaccia di Trump si aggiunge a un elenco di misure protezionistiche che mirano a rafforzare l'industria statunitense e a ridurre la dipendenza commerciale dalle importazioni straniere.

Durante la sua campagna elettorale, Trump propose di imporre dazi universali tra il 10 e il 20% su tutte le importazioni e, in casi specifici, di applicare tariffe molto più elevate, come il 100% sulle automobili provenienti dal Messico e il 200% sui veicoli elettrici prodotti in Cina.

Oltre alle sue minacce all'Europa, Trump ha richiesto al Congresso statunitense di rimuovere il tetto sul debito, una misura che lui e il suo alleato Elon Musk considerano "ridicola".

Questo dibattito ha diviso i repubblicani, creando incertezze sulla capacità dell'Amministrazione di finanziarsi nelle prossime settimane.

Europa, tra negoziazione e cautela

Da Bruxelles, la risposta è stata di cautela, ma non di confronto.

Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea, ha espresso la disponibilità dell'UE a negoziare con il presidente eletto.

Sebbene non abbia confermato un aumento immediato negli acquisti di petrolio e gas, un portavoce comunitario ha dichiarato: "Siamo disponibili a dialogare con il presidente eletto per rafforzare la nostra già solida relazione, e questo include discutere di energia".

L'Europa è già il maggiore importatore di gas naturale liquefatto (GNL) statunitense, una risorsa strategica che ha acquisito maggiore importanza dall'invasione dell'Ucraina da parte della Russia.

Nel 2023, gli Stati Uniti hanno fornito il 48% del gas importato dall'UE, un aumento significativo rispetto al 27% del 2021.

Tuttavia, le autorità europee hanno insistito sulla necessità di un approccio equilibrato e reciprocamente vantaggioso.

Scenari per una possibile guerra commerciale

La posizione di Trump ha suscitato preoccupazione non solo in Europa, ma anche tra gli analisti economici che mettono in guardia sulle possibili ripercussioni di una guerra commerciale.

Secondo Matt Britzman, analista senior di Hargreaves Lansdown: "L'approccio 'terra bruciata' del presidente eletto ha alimentato le paure di una guerra commerciale, con investitori sempre più cauti di fronte alla possibilità che l'Europa possa essere la prossima nel suo mirino".

Enrico Letta, ex primo ministro italiano, ha anche commentato la strategia di Trump, definendola "transazionale".

Secondo Letta, l'UE dovrebbe rispondere in modo proporzionale, considerando misure che affrontino le asimmetrie nel settore finanziario, dove l'Europa potrebbe avere maggiore margine di manovra.

Tuttavia, alcuni esperti ritengono che le minacce di Trump facciano parte della sua strategia di negoziazione.

Scott Bessent, il segretario al Tesoro designato, ha sottolineato che Trump utilizza l'escalation retorica come punto di partenza per poi cercare accordi: "La tattica di negoziazione del presidente eletto è quella di esacerbare per poi ridurre le tensioni in un secondo momento."

Oltre i dazi: un'agenda protezionista

L'agenda commerciale di Trump va oltre i dazi sull'Europa. Durante la sua campagna e nelle sue prime dichiarazioni dopo essere stato eletto, ha insistito nell'imporre tariffe significative su prodotti provenienti da paesi come Cina, Messico e Canada.

Tra le sue proposte spiccano:

Un dazio doganale universale di base compreso tra il 10% e il 20% per tutte le importazioni.

Incremento dei dazi sui veicoli elettrici cinesi fino al 200%.

Doppiare i dazi sui veicoli provenienti dal Messico, portandoli al 100%.

Trump ha anche promesso di proteggere l'industria automobilistica americana e settori strategici come l'energia e la manifattura, spesso utilizzando la minaccia di dazi come strumento di pressione.

Con un mese per il suo ritorno ufficiale alla Casa Bianca, Donald Trump ha già chiarito che il suo approccio sarà aggressivo, dando priorità agli interessi economici degli Stati Uniti e ponendo le basi per una politica commerciale che promette di generare controversie.

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