Cuba in Italia sorprende sua madre facendo "lavoro volontario" all'ingresso dell'edificio: "Questo non è un CDR"

"Ha preparato un sacchetto e sta pulendo tutta l'entrata dell'edificio."


Ci sono cose che non cambiano, anche se ti trovi a migliaia di chilometri di distanza dalla tua terra natale. Una cubana che vive in Italia è rimasta scioccata quando ha visto sua madre, scopa in mano, mentre spazzava l'entrata dell'edificio.

"Chi ti ha detto che qui si fa lavoro volontario? Questo non è un CDR!", esclamò tra risate e stupore sua figlia, che non poté fare a meno di registrare il momento. L'utente @ari.cuba27 ha condiviso il video sui suoi social mostrando come sua madre prendesse molto sul serio la pulizia del luogo. Con un sacco pronto a raccogliere foglie secche e immondizia, la signora ha chiarito che ovunque vada, porta sempre con sé il suo spirito laborioso.

La scena era un mix di umorismo e nostalgia per chi riconosce l'essenza delle madri cubane, che "non possono stare tranquille senza una scopa a portata di mano". Nel video, mentre la figlia le chiedeva di "smetterla di pulire" e scherzava su come assumerla per pulire tutta la collina, la madre continuava imperterrita la sua missione.

Le reazioni al clip non si sono fatte attendere. Gli utenti hanno commentato tra risate e affetto: "I cubani siamo puliti, nessuno può togliercelo, anche se viviamo alla fine del mondo"; "Lasciala fare, si sente utile e mantiene l'ambiente pulito"; "Questa è una cosa che facciamo solo noi cubani, dobbiamo sempre fare qualcosa"; "M'è mancato vedere il getto d'acqua, era l'unica cosa che mancava!".

Alcuni hanno condiviso le loro esperienze: “Io sono in Uruguay e mia madre fa la stessa cosa, si mette a pulire il corridoio dell'edificio”; mentre altri hanno visto il video con nostalgia: “Dio benedica tua mamma, mi manca molto la mia.”

Non importa dove si trovi una madre cubana, l'istinto di "pulire il vettore" rimane intatto. E come ha ben detto un utente: “Questa è l'unica cosa buona che ci ha lasciato la nostra cubania”.

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