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Il regime cubano ha intensificato il suo controllo sull'economia informale, concentrandosi sui chioschi e sui punti vendita situati lungo le autostrade, le strade principali e le vie di comunicazione.
In una recente riunione del Consiglio dei Ministri, presieduta da Manuel Marrero Cruz, è stato approvato un programma di azioni per eliminare le irregolarità riscontrate in questi stabilimenti, che, secondo le autorità, includono costruzioni illegali, evasione fiscale, violazione delle normative urbanistiche e assenza di contratti formali.
Questo tipo di misure rientra in una serie di operazioni sempre più frequenti contro attività ritenute "illegali" dalle autorità.
A metà febbraio, il Partito Comunista di Cuba (PCC) ha invitato a intraprendere una crociata contro i reati e le illegalità che proliferano nel paese. “La direzione della Rivoluzione ha ribadito l'appello a stringere i ranghi e a intervenire con mano ferma, senza mezze misure né indulgente, rispettando la Legge, come si è sempre fatto contro queste manifestazioni delinquenziali”, ha indicato il quotidiano ufficiale Granma.
A pochi giorni dall'entrata in vigore dei nuovi prezzi del carburante e del trasporto passeggeri a Cuba (1 febbraio), gli ispettori del traffico sono stati mobilitati in una crociata contro le "illegalità", suscitando indignazione tra autisti e passeggeri.
Nel 2023, il governo ha intensificato i controlli della polizia sull'Autopista Nazionale, imponendo multe fino a cinquemila pesos ai venditori di cibo e bevande. Più recentemente, ad aprile 2024, le multe accumulate contro i lavoratori autonomi hanno raggiunto i 390 mila pesos, una cifra che riflette la crescente pressione sui lavoratori informali.
La crociata contro queste piccole imprese non è un fatto isolato. A marzo, il regime ha avviato azioni simili contro i trasportatori privati, accusandoli di pratiche abusive e di evasione fiscale, con multe che hanno raggiunto fino a 8 mila pesos per i conducenti all'Avana.
Analogamente, i venditori nelle fiere agroalimentari hanno subito sanzioni fino a 15 mila pesos per presunte irregolarità nelle loro operazioni.
Il Consiglio dei Ministri ha giustificato queste misure sostenendo la necessità di garantire il "rispetto delle normative urbanistiche" e di mantenere il "governo del territorio".
Tuttavia, questo approccio è stato oggetto di severe critiche per il suo impatto negativo sull'economia informale, un settore che è proliferato a causa dell'incapacità del governo di soddisfare i bisogni fondamentali della popolazione.
I venditori su strada e i trasportatori privati svolgono un ruolo cruciale nel supplire alla carenza di servizi pubblici in un contesto di crisi economica prolungata.
Nonostante Marrero Cruz abbia affermato che il governo non ha "niente contro" questi punti di vendita, le azioni intraprese dall'Istituto di Ordinamento Territoriale e Urbanistico (INOTU) sono percepite come un tentativo di mantenere un controllo rigoroso sull'attività economica, il che spesso si traduce in chiusure definitive o in casi di corruzione da parte degli ispettori.
Sebbene le autorità insistano nel regolamentare queste attività, le politiche punitive continuano a essere percepite come un attacco ai settori più vulnerabili, aggravando la precarietà di un sistema economico già in crisi.
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