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Il regime cubano ha respinto questo martedì la “Legge per non riconoscere marchi rubati negli Stati Uniti” firmata dal presidente Joe Biden, definendola una "nuova misura coercitiva unilaterale che rafforza il blocco contro l'economia cubana".
Una dichiarazione ufficiale del Ministero delle Relazioni Estere della Repubblica di Cuba sottolinea che la "Legge per non riconoscere i marchi rubati negli Stati Uniti" offre "una patente di corso che apre la strada al consolidamento del furto dei marchi cubani legittimamente registrati presso l'Ufficio Marchi e Brevetti degli Stati Uniti".
Aggiunge che l'iniziativa, "promossa dai settori anticubani nel Congresso", si estende all'ambito della sezione 211 della Legge di Assegnazione per l'anno fiscale 1999 e infligge "un nuovo colpo al sistema internazionale di protezione della proprietà industriale, confermando il disprezzo degli Stati Uniti per le istituzioni del diritto internazionale, in particolare per l'Accordo sugli Aspetti dei Diritti di Proprietà Intellettuale collegati al Commercio e per la Convenzione di Parigi per la Protezione della Proprietà Industriale".
"L'atteggiamento del governo statunitense contrasta con quello delle autorità cubane, che hanno sempre agito nel rigoroso rispetto dei trattati internazionali sulla proprietà intellettuale di cui Cuba e Stati Uniti fanno parte. Attualmente, 6448 marchi statunitensi sono registrati e protetti a Cuba," afferma L'Avana.
Domenica scorsa, Biden ha firmato la legge No Stolen Trademarks Honored in America Act del 2023, conosciuta come “Legge Bacardí”, finalizzata a proteggere i diritti dei marchi confiscati dal governo cubano dal 1959.
La normativa vieta che i tribunali e le agenzie statunitensi riconoscano marchi commerciali espropriati senza il consenso dei loro legittimi proprietari, stabilendo un precedente per gli imprenditori le cui proprietà sono state nazionalizzate dopo la cosiddetta "rivoluzione cubana".
La Casa Bianca ha confermato che la legge è stata approvata con un ampio sostegno bipartisan in entrambe le camere del Congresso. Secondo il comunicato ufficiale, questa legislazione impedisce la convalida dei diritti di marchio legati a beni o aziende espropriati, salvo che il proprietario originale o i suoi eredi forniscano un consenso esplicito.
La legge ha implicazioni dirette nel lungo contenzioso relativo al marchio "Havana Club", un rum la cui produzione e commercializzazione sono state al centro di dispute legali tra la corporazione Bacardí, il regime cubano e il suo partner commerciale francese Pernod Ricard.
Nel 1995, Bacardí iniziò a vendere rum con questo marchio negli Stati Uniti dopo averlo acquisito dalla famiglia Arechabala, fondatrice originale dell'azienda. Tuttavia, il governo cubano, tramite la sua azienda statale Cubaexport, rivendica anch'esso diritti sul marchio, sostenuto da Pernod Ricard.
Cubaexport registrò per la prima volta il marchio negli Stati Uniti nel 1976, ma dovette affrontare difficoltà per rinnovare la sua registrazione a causa dell'embargo statunitense e delle restrizioni imposte dall'Ufficio per il Controllo dei Beni Stranieri (OFAC).
Nel 2016, l'Ufficio delle Patenti e dei Marchi (PTO) ha nuovamente concesso la licenza a Cubaexport, scatenando una causa da parte di Bacardí che è arrivata fino alla Corte d'Appello del Quarto Circuito nel 2023, la quale ha emesso una sentenza a favore dell'azienda con sede alle Bermuda.
Con questa nuova legislazione, la PTO e altri organismi federali avranno meno spazio per convalidare i diritti sui marchi associati a proprietà confiscate, il che rafforza la posizione di Bacardí in questo conflitto e potrebbe influire direttamente sulle esportazioni cubane di "Havana Club".
Domande frequenti sulla "Legge Bacardí" e le sue implicazioni per Cuba
Che cos'è la "Legge Bacardí" e qual è il suo obiettivo principale?
La "Legge Bacardí", ufficialmente conosciuta come "No Stolen Trademarks Honored in America Act of 2023", è una legislazione firmata dal presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, che mira a proteggere i diritti sui marchi confiscati dal governo cubano dal 1959. Il suo obiettivo principale è quello di vietare ai tribunali e alle agenzie statunitensi di riconoscere marchi commerciali espropriati senza il consenso dei loro legittimi proprietari. Questa legge rappresenta un precedente per gli imprenditori le cui proprietà sono state nazionalizzate dopo la rivoluzione cubana.
Come influisce la "Legge Bacardí" sul caso del marchio "Havana Club"?
La "Legge Bacardí" ha implicazioni dirette nella controversia riguardante il marchio "Havana Club", conteso tra Bacardí e il regime cubano insieme al suo partner francese Pernod Ricard. Con questa nuova legislazione, le autorità statunitensi avranno meno margine per convalidare i diritti sui marchi legati a proprietà confiscate, rafforzando così la posizione di Bacardí in questo conflitto e potenzialmente influenzando le esportazioni cubane di "Havana Club".
Qual è stata la reazione del regime cubano di fronte alla "Legge Bacardí"?
Il regime cubano ha respinto con fermezza la firma della "Legge Bacardí", definendola una misura aggressiva e violativa del diritto internazionale. Secondo il ministro degli Esteri cubano, Bruno Rodríguez Parrilla, la normativa mira a privare Cubaexport dei suoi diritti sul marchio "Havana Club". Inoltre, si sostiene che la legge violi le normative internazionali aprendo la porta al "furto" di marchi legalmente registrati negli Stati Uniti.
Cosa significa la "Legge Bacardí" per le relazioni tra Cuba e Stati Uniti?
La firma della "Legge Bacardí" simboleggia un nuovo ostacolo nelle già tese relazioni tra Cuba e Stati Uniti. La legge rafforza le politiche statunitensi di non riconoscere le espropriazioni effettuate dal regime cubano e fornisce un meccanismo legale affinché gli imprenditori colpiti dalle nazionalizzazioni possano cercare giustizia. Questo potrebbe inasprire le tensioni economiche e politiche tra i due paesi, soprattutto in un contesto in cui l'embargo rimane in vigore e le aspettative di un allentamento sono state limitate sotto l'amministrazione Biden.
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