Decine di immigrati che attraversano la giungla del Darién, una delle rotte migratorie più pericolose al mondo, hanno accelerato il loro cammino verso il confine degli Stati Uniti in seguito alla vittoria di Donald Trump alle presidenziali, il quale ha minacciato di eliminare il programma CBP One.
“Stiamo cercando di arrivare il prima possibile, prima di gennaio, per vedere se abbiamo un'opportunità con CBP One”, ha dichiarato un migrante all'agenzia AP.
Questo programma funziona attraverso un portale online del Governo degli Stati Uniti che permette ai migranti di richiedere un appuntamento per presentare domanda di asilo alla frontiera.
Tuttavia, il presidente eletto ha dichiarato che porrà fine a questo, così come al programma di protezione umanitaria attivato da Joe Biden per cubani, venezuelani, haitiani e nicaraguensi.
Il irrigidimento delle sue politiche migratorie, compresa la possibile chiusura del portale, intensifica il timore di deportazioni di massa e la chiusura delle vie di accesso legale per coloro che cercano asilo.
La selva del Darién continua a essere una strada pericolosa e impegnativa, con un flusso migratorio che non diminuisce significativamente, sebbene sia variato nella composizione delle nazionalità.
Sebbene i venezuelani rappresentino la maggioranza, transitano anche persone provenienti da paesi africani e asiatici, evidenziando l'entità di questa crisi migratoria globale. Nell'ultimo anno, un numero sempre minore di cubani ha osato percorrere questa strada.
Gli analisti stimano che il ritorno di Trump alla Casa Bianca potrebbe spingere molti migranti a ricorrere a metodi illegali, aumentando così la domanda di contrabbandieri e esponendoli a gruppi criminali.
L'ex ambasciatrice messicana negli Stati Uniti, Martha Bárcena, ha dichiarato che queste politiche migratorie severe avvantaggiano il crimine organizzato, poiché i profitti del traffico di esseri umani superano quelli del narcotraffico.
Nel caso dei cubani, il numero di coloro che attraversano il Darién è diminuito, con alcuni che scelgono percorsi più sicuri come la via nicaraguense; tuttavia, il loro obiettivo rimane quello di arrivare negli Stati Uniti, in un contesto di crescenti restrizioni e di aggravamento della crisi diffusa nell'isola.
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