"Non fidarti di nessuno essendo appena arrivato": consigli virali di una latina negli Stati Uniti

Valentina Buof condivide consigli per i latinoamericani appena arrivati negli Stati Uniti: non fidarti subito degli altri, evita di trascorrere troppo tempo con conoscenti e prepara abilità richieste come il barismo.


In un video che sta suscitando molto interesse, la creatrice di contenuti @valentinabuof ha condiviso una serie di consigli per i neofiti negli Stati Uniti, basandosi sugli errori che, a suo avviso, ha commesso al suo arrivo nel paese. Con un tono sincero e diretto, Valentina ha messo in guardia su tre cose in particolare che non rifarebbe se avesse la possibilità di tornare indietro nel tempo.

Innanzitutto, Valentina consiglia di non fidarsi troppo rapidamente di nessuno, nemmeno di persone dello stesso paese. Secondo lei, tra i latini si verificano spesso alcune delle delusioni più grandi. "Potresti ricevere un colpo in testa", commenta riferendosi a persone che presumibilmente aiutano all'inizio ma finiscono per approfittarsi dell'altro, in particolare per quanto riguarda il denaro. “Perché è latino, o ancor di più, perché è del suo paese, non significa necessariamente che sia una brava persona”, afferma con una miscela di frustrazione ed esperienza.

Il secondo punto che menziona è quello di evitare di vivere con amici o familiari per lungo tempo. Sottolinea che, sebbene molti arrivino negli Stati Uniti e cerchino il sostegno di persone conosciute, questa convivenza ha spesso una scadenza. "Dopo una settimana dall'arrivo già iniziano a sentirsi cacciati di casa o a dover chiedere troppo denaro", spiega, raccomandando che, se possibile, si cerchi rapidamente l'indipendenza. Per Valentina, nulla si paragona a "vivere nel proprio spazio senza intralciare nessuno".

Infine, sottolinea l'importanza di prepararsi nel proprio paese di origine, suggerendo di studiare un mestiere con alta domanda negli Stati Uniti, come il barismo. La creatrice confessa di rimpiangere di non aver ascoltato sua madre, che le aveva consigliato di imparare a conoscere il caffè prima di emigrare, una competenza che ora considera preziosa. "Qui c'è una grande richiesta di baristi e ce ne sono quasi nessuno," afferma, lamentandosi di non aver approfittato dei corsi gratuiti che aveva a disposizione nella sua città natale.

Il post di Valentina ha ricevuto migliaia di reazioni e commenti da parte di persone che si sono sentite coinvolte o che hanno vissuto situazioni simili. Alcuni utenti hanno ringraziato per i consigli, condividendo le proprie esperienze riguardo alla diffidenza che a volte sorge tra connazionali all'estero. "Immigrando si conoscono gli amici e la famiglia", ha commentato un utente, mentre un altro ha avvertito: "Non raccontate mai i vostri sogni a nessuno; tutti desiderano vedervi realizzati, ma non più di loro".

Molti concordano sul fatto che gli stessi latini possano diventare "i peggiori nemici" in situazioni di necessità, arrivando persino a suggerire di mantenere una certa distanza. Un altro utente ha commentato: "Il morto di tre giorni già puzza", riferendosi a come la convivenza con conoscenti possa complicarsi rapidamente. Alcuni hanno persino sottolineato che vivere con familiari o amici ha portato loro problemi inaspettati: "Il mio presunto amico mi ha chiesto $1700 per un appartamento che non ne valeva così tanto", ha confessato un follower.

La proposta di studiare barismo ha suscitato anche curiosità. Alcuni hanno chiesto cosa sia e come si possa imparare, mentre altri utenti hanno consigliato mestieri aggiuntivi come saldatura, elettricità o tecniche di bellezza. L'idea generale tra coloro che hanno commentato è di prepararsi con competenze che possano facilitare l'ingresso nel mondo del lavoro una volta arrivati negli Stati Uniti, soprattutto in settori ad alta richiesta.

Il video di @valentinabuof ha risuonato con una realtà che molti immigrati affrontano: le sfide dell'adattamento e della ricerca di supporto lontano da casa. I suoi consigli, sebbene severi, riflettono le lezioni apprese dall'esperienza migratoria e mirano a evitare che altri vivano le stesse difficoltà.

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