Apagón generale scatena proteste a Santiago di Cuba dopo più di 48 ore senza luce.

Al grido di “¡corriente y comida!” –un reclamo già espresso altre volte dagli abitanti di Santiago-, i residenti del quartiere San Pedrito sono scesi in strada e hanno chiesto alle autorità di Santiago una soluzione alla critica situazione che stanno affrontando.


Dopo due giornate consecutive senza elettricità, il malcontento si diffonde tra i paesi e le città di Cuba, dove ieri i cittadini hanno organizzato manifestazioni con pentole e sono scesi in strada a protestare a Santiago di Cuba.

Il giornalista indipendente Yosmany Mayeta Labrada ha condiviso sui suoi social media video di proteste che si sono svolte in questa città dell'Oriente di Cuba, con decine di persone che urlavano “mettere la corrente!” e suonando pentole per le strade.

Secondo quanto riportato in una delle sue pubblicazioni, nelle proteste sono apparse dopo pochi minuti pattuglie di polizia e agenti della Sicurezza dello stato che hanno vietato la registrazione degli eventi.

Al grido di “¡corriente e cibo!” –una richiesta già espressa altre volte dai santiagueros–, i residenti del quartiere San Pedrito sono scesi in strada questo sabato e hanno chiesto alle autorità santiaguere una soluzione alla critica situazione che stanno attraversando.

Le immagini del video condiviso da Mayeta Labrada mostrano una folla di vicini che protestano per le strade.

Le pattuglie di polizia sono anche intervenute a San Pedrito, un quartiere umile situato nella zona bassa a nord della baia, dove migliaia di santiagueri vivono in condizioni precarie e circondati dai rifiuti, creando un ambiente insalubre appena toccato dai programmi sociali delle autorità locali.

Il collasso totale del sistema elettroenergetico nazionale (SEN), che sta avvenendo a Cuba da venerdì 18 ottobre a mezzogiorno, ha ulteriormente aggravato il panorama di precarietà e insicurezza che vive la popolazione di Santiago, che sabato si radunava nel comune di San Luis di fronte a un esercizio statale per acquistare carbone da cucina, secondo quanto riferito da Mayeta Labrada sui suoi social.

A fine marzo, dopo le massicce proteste che si sono svolte a Santiago di Cuba -e che hanno portato le autorità a cercare di placarle da un tetto-, l'arcivescovo di quella città, monsignor Dionisio García Ibáñez, ha chiesto corrente, cibo e libertà alla Vergine della Carità del Cobre durante l'Eucaristia della Domenica delle Palme.

“Vogliamo vivere con maggiore libertà, vogliamo cercare di vivere una vita normale in cui ognuno possa realizzare il proprio piano, il proprio progetto di vita, dove la vita non sia una lotta e un lavoro perpetuo”, ha detto García Ibáñez ai piedi della Vergine.

Il religioso ha anche lamentato la “lotta quotidiana per trovare l’indispensabile per vivere, che molte volte scarseggia”.

“Il nostro popolo ha detto, chiede e ripete: 'corrente e cibo', è così inaccessibile?”, ha domandato l'arcivescovo, che ha inoltre fatto riferimento ai blackout.

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