In mezzo alla crisi elettroenergetica che da settimane colpisce Cuba e dopo oltre 24 ore di blackout generale, diversi artisti in esilio, tra cui La Diosa, si sono rivolti al popolo cubano attraverso i social media.
La cantante ha ricordato su Instagram che quando era a Cuba un video di lei sugli spezzoni di corrente è diventato virale e in quel periodo era senza elettricità per cinque o sei ore, il che era già di per sé insopportabile: “Immagina ora, andrà sempre peggio, tu sei lì a vivere tutto ciò, sapendo che chi ti tiene così è una persona che ha deciso di utilizzare la legge dell'embudo con te. Tutto per lui, niente per te.”
"I pannelli solari qui negli Stati Uniti costano moltissimo, nemmeno io ne ho (...) Sai cosa ti hanno fatto chiedere? È come se ti avessero fatto chiedere un pezzetto di sole, sì perché tu non hai soldi nemmeno per mangiare né per niente," ha aggiunto La Diosa, riferendosi all'ultima comparsa del primo ministro Manuel Marrero Cruz e dei dirigenti del Ministero dell'Energia e delle Miniere.
“Li stanno uccidendo in vita, poco a poco. Non so se ti rendi conto che la vita che stai vivendo è l'unica che hai (…) Mi fa tristezza vedere come vivi, vedere come stai, questo è il momento in cui tutto ciò che c'è per te è questo: niente,” disse La Diosa ai cubani.
Sin poter spiegare cosa succede a Cuba, l'artista riferisce: “A volte penso che questa gente vuole che voi finiate per mangiarvi l'un l'altro, questi sing* non hanno scrupoli e li vedi che non provano nemmeno vergogna per se stessi con tutti quei video che sono sui social. Dovrebbe farli vergognare stare lì e dire non abbiamo questo, non abbiamo quello, quando si sono passati la vita a dire che loro possono”.
“Questo pianto è affinché venga qualche paese, tra quelli che possono rimanere, e che gli diano un aiuto perché sono perfetti nella jineteria”, ha aggiunto molto convinta, soprattutto perché è successo in occasioni precedenti.
“Tu ti renderai conto cubano che dovrai uscire, è l'unica opzione,” ha assicurato La Diosa, riferendosi al fatto che i cubani dentro l'isola sono gli unici che possono cambiare quel sistema che li soffoca.
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