La comparsa del primo ministro cubano, Manuel Marrero Cruz, in relazione alla crisi energetica del paese, è stata un fiasco a tutti i livelli, sia nel contenuto che nella forma. Per cominciare, Marrero non ha apportato nulla di nuovo, al di là di ciò che il popolo cubano sa benissimo: che il sistema energetico è collassato e che la situazione non ha una soluzione a breve termine. La cosa più preoccupante è che le solite scuse, la colpa al "blocco" e la mancanza di risorse esterne, non convincono più nessuno.
Sì, un'intera nazione di milioni di persone in attesa di una sola nave!
Marrero ha descritto l'evidente: l'infrastruttura energetica è in rovina, manca il carburante e la domanda di elettricità continua a crescere. Sebbene abbia ammesso la gravità della situazione, la sua unica "soluzione" immediata è stata l'arrivo di una nave con olio combustibile e alcune tonnellate di diesel. Sì, un'intera nazione di milioni di persone in attesa di una sola nave! Una manovra disperata che prolungano solo l'agonia di un sistema che si sta disfacendo.
Ma se il contenuto della comparizione è stato deludente, la forma in cui è stata presentata è stata ancora peggiore. La trasmissione, effettuata tramite un telefono mobile di scarsa qualità, è uno schiaffo in faccia ai cubani. Il video si interrompeva costantemente, i problemi di rete facevano apparire Marrero distorto, come una figura pixelata e frammentata, quasi come una caricatura di quello che dovrebbe essere un leader. L'immagine sfocata e il suono intermittente erano un chiaro riflesso della gestione del governo: improvvisata, antiquata e completamente fuori luogo nel XXI secolo.
...con un'élite al potere che non è nemmeno in grado di garantire una trasmissione decorosa in mezzo a un'emergenza nazionale.
La comparizione non è stata solo tecnicamente imbarazzante, ma simboleggia la totale disconnessione tra i dirigenti del regime e il mondo attuale; nessun dirigente oggi avrebbe l'ardire di pubblicare un video così disastroso.
Le promesse a lungo termine, come la presunta transizione verso energie rinnovabili entro il 2025, sono pura fantasia. Se oggi non possono nemmeno garantire che le termoelettriche funzionino, come possono implementare un sistema di energie pulite in meno di un anno? È semplicemente un colpo di fumo per guadagnare tempo mentre il popolo continua a sopportare black-out di oltre 15 ore.
Secondo Marrero, si darà priorità al settore residenziale, il che in teoria suona bene, ma nella pratica significa la paralizzazione di attività economiche vitali per l'economia già fragile del paese. Questo è un circolo vizioso: senza energia, non c'è produzione; senza produzione, non ci sono entrate; senza entrate, non c'è combustibile. E, di conseguenza, più blackout. Nel frattempo, la qualità della vita dei cubani continua a deteriorarsi.
L'annuncio che si prevedono aumenti delle tariffe elettriche per il settore privato è un altro colpo basso. Marrero afferma che queste forme di gestione non statale hanno pagato tariffe sovvenzionate “senza controllo”, ma la verità è che questa è una misura per raccogliere più soldi da un settore che è già soffocato dalla mancanza di approvvigionamenti e sostegno. Invece di incentivare la crescita economica, il governo preferisce soffocare i pochi che riescono ancora a generare qualche tipo di attività produttiva.
Il video del imbarazzo:
Il fatto che il primo ministro, Manuel Marrero Cruz, abbia dovuto rivolgersi alla nazione attraverso un video di così bassa qualità, apparentemente registrato da un telefono mobile e con interruzioni costanti per tagli nella connessione, non è solo umiliante, ma invia un messaggio chiaro: neanche ai più alti livelli del governo sono in grado di garantire una trasmissione decente in mezzo a una crisi energetica nazionale.
Il video sembrava estratto dai primi anni dell'era di Internet, un promemoria visivo del ritardo tecnologico a cui è condannata l'isola a causa della mancanza di investimenti e del blocco interno delle sue risorse. Questa immagine distorta del primo ministro, frammentata e pixelata, è quasi una metafora perfetta della gestione del governo: disarticolata, decadente, inefficace e completamente fuori sintonia con le esigenze del popolo.
Il messaggio era chiaro: non ci sono soluzioni reali in vista, e ciò che resta è un paese sull'orlo del collasso, con un'élite al potere che non è nemmeno in grado di garantire una trasmissione dignitosa in mezzo a un'emergenza nazionale. Come nel video stesso, il futuro di Cuba sotto questo regime sembra pixellato, distorto e pieno di interruzioni, con promesse infrante e soluzioni a metà.
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