Alberto Reyes al regime cubano: Sono rimasti indietro i tempi di canti energici e promesse di futuri di gloria.

"Ora ci conosciamo e ci siamo guardati in faccia. Ora sappiamo che tutto era manipolazione e menzogna."

Sacerdote cubano Alberto Reyes © Facebook
Sacerdote cubano Alberto ReyesFoto © Facebook

Il sacerdote cubano Alberto Reyes, della diocesi di Camagüey, ha diffuso una riflessione in cui dettaglia tutti i diritti che il governo ha sottratto al popolo durante queste sei decadi, mentre invita i cittadini a non perdere la speranza.

Il Padre Reyes, noto per il suo rifiuto del regime castrista che solitamente denunzia e critica sui suoi social media, ha ricordato che i molti cubani che hanno rischiato le loro vite per rovesciare Batista lo hanno fatto mossi dalla speranza. Quelli che sono arrivati dopo hanno alimentato quella stessa speranza e trasmesso al popolo una falsa illusione, mentre guadagnavano tempo per consolidarsi al potere e impossessarsi del paese.

In un testo sul suo muro di Facebook, Reyes ha elencato tutte le libertà che il comunismo ha tolto al popolo: i partiti politici alternativi, le elezioni libere, le manifestazioni pacifiche, l'iniziativa privata...

Ora, già il popolo sa che tutto è stato manipolazione e menzogna; per questo al regime rimane solo un'opzione: la mano dura e la minaccia continua.

A seguire, CiberCuba condivide il testo integrale della pubblicazione:

"Ho pensato... (LXXXV) di Alberto Reyes Pías"

Ho pensato alla radice di alcuni 'no'.

Molti anni fa, questo popolo si stancò della dittatura di Batista e nella sua grande maggioranza sostenne i movimenti rivoluzionari che lottavano contro la tirannia. Molta gente rischiò beni, status e persino la vita, molti lavorarono in clandestinità, molti persero familiari, molti morirono. Perché? Cosa dava loro forza e coraggio? Cosa li portava a sfidare i pericoli? La speranza, il sole che nasce nell'anima quando è ancora notte.

Coloro che pianificarono di impossessarsi di quest'isola alimentavano la speranza e trasmettevano in mille modi a questo popolo che il loro sostegno e i loro sacrifici avrebbero portato alla vittoria. E quando così fu, offrirono a questo popolo un'illusione preparata, facendogli credere che solo loro conoscessero la strada verso la libertà tanto attesa, mentre guadagnavano tempo per incatenare l'unica cosa che realmente poteva privarli del potere: la speranza.

Per questo hanno stabilito un 'no' dove questo popolo si aspettava e aveva bisogno di un 'sì'. I 'no' a ciò che loro non potevano e non possono permettere.

No ai partiti politici alternativi, perché i partiti politici non sono solamente l'aggregazione di persone che hanno un pensiero diverso, ma il insieme di persone che si uniscono per sognare un paese diverso, per generare una nuova visione della realtà, e da quella visione, incoraggiarsi a vicenda per cercare i mezzi per renderla possibile, e questo sogno, quella visione, hanno bisogno nella loro anima della speranza.

No a elezioni libere. Invitano a votare, ma impediscono di scegliere, perché il diritto di scegliere trasmette il messaggio che si può pensare in modo diverso, e questo proietta verso un cambiamento, poiché scegliere è un modo di vivere la speranza.

No alla libertà di espressione, perché non possono permettere che le voci dei cittadini raggiungano le masse addormentate, ingannate o spaventate. Non possono ammettere di essere messi in discussione da coloro che offrono un'opzione diversa, perché se il popolo inizia a credere in quell'opzione diversa, nulla impedirà che nasca in loro la speranza, e la speranza sveglia, fa vedere gli inganni e rafforza la decisione che è possibile fare qualcosa.

No alle manifestazioni pacifiche, perché a volte crediamo che la speranza sia solo una questione personale e privata, ma quando quella speranza è condivisa, e proclamata, e portata in strada, si scopre che è la speranza di un intero popolo, e questo fa credere nel cambiamento che prima si immaginava impossibile.

No all'amnistia per i prigionieri politici, perché incarcerare chi pensa in modo diverso è il miglior avvertimento di ciò che può accadere a chi dà voce alla propria speranza.

No all'avanzamento dell'iniziativa privata, perché l'iniziativa privata significa autonomia, empowerment, indipendenza dello Stato. L'iniziativa privata si chiama libertà, e la libertà alimenta la speranza.

Sono rimasti indietro i tempi degli innamoramenti ideali, delle promesse addormentatrici e dei canti energici che profetizzavano futuri di gloria. Ora ci conosciamo e ci siamo guardati in faccia. Ora sappiamo che tutto era manipolazione e menzogna.

Non vale più la pena fingere. Resta solo la mano dura e la minaccia continua. Resta solo cercare di convincere che la speranza è inutile e che sognare un domani diverso non serve a nulla.

Eppure, nel cuore di questo popolo, ogni nuovo giorno, in mezzo alla precarietà e alla tirannia, una voce molto dentro rinasce e risuona: 'Esisto' – dice la speranza – e un giorno, un giorno, riusciremo a cambiare la notte con una libertà che diventi mezzogiorno".

Cosa ne pensi?

COMMENTA

Archiviato in:


Hai qualcosa da segnalare? Scrivi a CiberCuba:

editors@cibercuba.com +1 786 3965 689