La cubana Annelis Hernández Puerto, di 47 anni, è stata assassinata dal suo compagno il 19 settembre, nella sua casa nel comune di Florida, a Camagüey, hanno confermato lunedì piattaforme indipendenti.
Il crimine contro Hernández porta a 38 il numero di femminicidi segnalati a Cuba nel 2024, secondo il sottoregistrazione effettuata dagli osservatori della violenza machista Yo Sí Te Creo in Cuba (YSTCC) e dalla rivista Alas Tensas (OGAT).
L'assassino, il cui nome non è stato rivelato, si è suicidato dopo aver ucciso sua moglie.
Entrambe le piattaforme hanno confermato con fonti comunitarie i fatti, che erano stati pubblicati nei giorni scorsi da mezzi di comunicazione, cittadini e attivisti.
OGAT e YSTCC hanno avvertito “sulla violenza estrema di questo caso, come ripetuta manifestazione di misoginia a Cuba”, anche se non hanno fornito dettagli sull'evento tragico che ha rattristato un'altra famiglia cubana.
Il comunicato diffuso questo lunedì ha trasmesso le condoglianze al figlio maggiorenne di Hernández, che lo sopravvive, agli altri familiari e alle persone vicine alla vittima.
Fino ad oggi, le piattaforme hanno anche verificato tre tentativi di femminicidio, sei casi che necessitano di accesso all'indagine poliziesca e due omicidi di uomini per motivi di genere.
Inoltre, stanno indagando su altri cinque possibili femminicidi, a Matanzas (2), Las Tunas (1), Camagüey (1) e Guantánamo (1).
All'inizio di agosto scorso, il governo cubano ha informato che nel 2023 sono stati giudicati in tribunale 60 casi di omicidi di donne di 15 anni o più per motivi di genere, di cui 50 (83,3%) sono state uccise dai loro partner o ex partner, e il resto da altri aggressori, secondo i dati dell'Osservatorio di Cuba sulla Parità di Genere.
Inoltre, secondo la stessa fonte, sono stati giudicati in processi giudiziari 378 casi di violenza sessuale e diverse donne sono rimaste con lesioni a seguito di attacchi da parte dei loro ex partner.
La federazione ufficialista delle donne cubane (FMC) ha recentemente riconosciuto che più di 16.000 donne e ragazze, di 9.579 famiglie, vivono in situazione di violenza nel paese.
L'organizzazione ha anche riconosciuto un aumento dei femminicidi a partire dalla pandemia, anche se si rifiuta di usare quel termine e impiega quello di femicidio.
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