La criminalità non dà tregua nei campi di Guantánamo: "La polizia non fa nulla"

La mattanza costante di cavalli risulta un problema che sembra non avere soluzione nonostante le denunce ripetute da parte dei colpiti.

Policía en Cuba (Imagen de referencia) © Facebook/Jonatan López
Polizia a Cuba (Immagine di riferimento)Foto © Facebook/Jonatan López

Una cubana residente a Baracoa, Guantánamo, ha denunciato pubblicamente questo martedì l'allarmante aumento della criminalità in quella zona rurale, affermando che la Polizia Nazionale non prende azioni efficaci per fermarla.

Secondo il post di Senia Rodríguez Reyes sui social media Facebook, la sua principale preoccupazione è il costante massacro di cavalli, un problema che sembra non avere soluzione nonostante le denunce ripetute da parte degli interessati.

Pubblicazione di Facebook/Senia Rodríguez Reyes

Secondo quanto ha raccontato, tre giorni fa la sua famiglia è stata vittima di questa situazione quando il suo cavallo è stato rubato e successivamente trovato come uno scheletro in un fiume vicino.

Nonostante avessero presentato la denuncia, le autorità non agirono immediatamente e si presentarono sul luogo solo due giorni dopo l'incidente, quando la traccia dei delinquenti era già difficile da seguire.

“La polizia non fa niente, e i ladri sono di qui, non della Cina né del Giappone,” espresse con indignazione la cubana, suggerendo che se gli ufficiali conducessero un'indagine adeguata, i colpevoli potrebbero essere trovati.

Giustamente, a Guantánamo, un ladro è stato catturato in piena azione dalla telecamera di sicurezza di una casa privata, mentre nello stesso territorio un giovane ha offerto lunedì una ricompensa di 40.000 pesos sui social media per chi trovi e consegni la sua cavalla smarrita nella provincia di Guantánamo.

Qualche giorno fa, si è saputo che i contadini del consiglio popolare Las Casimbas, nel comune di Calixto García, Holguín, hanno deciso di prendere in mano la situazione e pattugliare la zona per fermare un crescente numero di furti, principalmente di bestiame.

In risposta all'insicurezza, è stato svolto un esercizio di sorveglianza popolare integrata, al quale si è unito il Ministero dell'Interno (MININT), le cui forze non sono state in grado di risolvere la situazione.

Nel mese di maggio, Las Tunas era il territorio cubano con maggiore incidenza nel furto e sacrificio di bestiame (vacche e cavalli). Solo nei primi quattro mesi di quest'anno sono stati registrati 1.954 reati legati alla sottrazione e al sacrificio di 3.480 capi di bovini e equini. Le infrazioni sono state rilevate in 341 unità del settore agropecuario nella provincia, secondo quanto riportato da Periódico26.cu.

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