Bambino che vende tamales a Camagüey riceve aiuto solidale da cubani

Roelbis non dovrà più vendere tamales per sopravvivere. La comunità cubana si unisce per aiutare il bambino che ha commosso migliaia di persone sui social media.

Niño que vende tamales en Camagüey © Facebook José Luis Tan Estrada
Bambino che vende tamales a CamagüeyFoto © Facebook José Luis Tan Estrada

Roelbis, il ragazzo di Camagüey che si guadagna da vivere vendendo tamales per le strade, ha ricevuto il supporto di cubani, dentro e fuori dall'isola, dopo aver conosciuto la sua commovente storia.

Il giornalista indipendente José Luis Tan Estrada è stato colui che ha reso visibile la situazione di Roelbis sui social media, raccontando come il piccolo percorresse le strade del suo quartiere in una vecchia bicicletta per vendere tamales e aiutare economicamente la sua famiglia.

Le immagini e la testimonianza di questo bambino cubano hanno profondamente colpito la comunità, che ha rapidamente iniziato a organizzarsi per offrire aiuto.

Roelbis compirà 10 anni il prossimo 13 ottobre, un fatto che ha ulteriormente motivato i follower del giornalista a contribuire con donazioni.

Facebook Odelki Napoles

Grazie alla collaborazione di diversi vicini e persone solidali, si è riusciti a garantire che Roelbis non debba più vendere tamales e possa godere della sua infanzia.

"Titingo", come lo chiamano affettuosamente, nascondeva a sua nonna Daisi che usciva a fare la vendita di tamales. Lei è colei che si prende cura del bambino sin da piccolo. Vivono nel quartiere di Nuevo Salomé, Camagüey.

Facebook José Luis Tan Estrada

Daisi è una donna pensionata con una pensione di appena 1.600 pesos cubani. Ha cercato di dare a suo nipote la migliore educazione possibile, ma le circostanze economiche del paese hanno fatto sì che Roelbis sentisse la necessità di contribuire, anche se sua nonna non era d'accordo.

L'attivista Lara Croft ha anche espresso il suo supporto a Roelbis e ha ringraziato coloro che hanno mostrato la loro disponibilità ad aiutare i minori che lavorano a Cuba o vivono in condizioni di vulnerabilità. "Questi bambini non possono aspettare di avere un paese più giusto per poter vivere", ha detto.

Il caso di "Titingo" è un promemoria delle difficili condizioni che affrontano molti bambini a Cuba, ma anche della solidarietà e dell'impegno delle persone per fare la differenza nelle loro vite.

"Roelbis o Titingo, non venderà più tamales e tra tutti cercheremo di fargli avere un'infanzia il più felice possibile", ha assicurato Tan Estrada.

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