Sacerdote cubano riceve una minaccia dalla Sicurezza dello Stato per aver convocato una preghiera pubblica per il Venezuela

Il parroco ha denunciato che un tenente colonnello lo ha minacciato con "conseguenze" se non si fosse presentato al suo appuntamento con la Sicurezza dello Stato.

Sacerdote cubano Kenny Fernández Delgado © Collage redes sociales
Sacerdote cubano Kenny Fernández DelgadoFoto © Collage sociali

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Il parroco cubano Kenny Fernández Delgado ha denunciato minacce da parte di agenti della Sicurezza dello Stato cubano, dopo il suo invito ai fedeli a partecipare a una giornata di preghiera familiare nei parchi di tutte le città, per Cuba e il Venezuela, sabato 3 agosto a partire dalle 10:00.

“A circa le 21:45, quasi un'ora fa, mi ha chiamato un funzionario dell'Immigrazione per un appuntamento in 19 e K proprio alle 10:00 del mattino. Più tardi mi ha chiamato un Tenente Colonnello per dirmi che se non andrò ci saranno conseguenze. Qualunque cosa succeda, saremo tutti uniti, pregando”, ha scritto il religioso cubano dal suo profilo sui social media X.

In quella stessa pubblicazione avvertiva che “questa convocazione non dipende affatto da me, ma dalla coscienza di ognuno. E vi dico anche che sono disposto a seguire Gesù Cristo: fino alla Fine!”.

Un po' più tardi, dallo stesso profilo, Fernández Delgado ha ribadito la volontà di portare avanti la sua convocazione. “In ogni città, in ogni parco. E qualunque cosa accada, contate sulla mia preghiera e su quella dei cubani,” ha affermato.

Giovedì, il parroco, in una dichiarazione su Facebook, ha affermato che "pregare in un parco non è vietato" e ha invitato tutti a unirsi in preghiera "senza cartelli, senza slogan, senza altro leader che Gesù Cristo e soprattutto, senza paura".

La chiamata alla preghiera include la flessibilità affinché ciascuna persona possa pregare come preferisce, sia in silenzio che utilizzando preghiere note come il rosario.

"Gesù Cristo ci aiuterà se glielo chiediamo con fede," ha affermato il parroco, utilizzando l'hashtag #PreghiamoInFamiglia per promuovere l'iniziativa.

La convocazione di Fernández Delgado era prevista per lo stesso giorno in cui migliaia di venezuelani si sono mobilitati, all'interno e all'estero del paese, in una protesta di massa contro il presunto frode elettorale perpetrato da Nicolás Maduro nelle recenti elezioni.

Le manifestazioni, che si sono svolte in diverse città del mondo questo sabato, mirano a denunciare la mancanza di trasparenza e a chiedere il riconoscimento del vero vincitore, Edmundo González.

La leader dell'opposizione María Corina Machado si è rivolta a migliaia di manifestanti che sono arrivati nella piazza di Las Mercedes, a Caracas, nonostante la crescente repressione, e ha trasmesso loro un messaggio di speranza e resistenza.

Nonostante le forti proteste e le denunce di frode da parte dell'opposizione, il Consiglio Nazionale Elettorale (CNE) del Venezuela ha confermato, venerdì, la vittoria di Nicolás Maduro nelle elezioni di domenica scorsa con il 96,87% dei verbali scrutinati.

Paesi come Stati Uniti, Costa Rica, Perù, Argentina, Ecuador e Uruguay hanno riconosciuto González come il legittimo presidente eletto della nazione.

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