La polvere del Sahara sta svolgendo un ruolo cruciale nel mantenere il tropico tranquillo nei prossimi giorni, ha avvertito recentemente un meteorologo cubano.
Questo fenomeno, che si verifica più frequentemente tra la fine di giugno e la metà di agosto, implica l'arrivo di ondate di polvere sahariana che attraversano l'Atlantico, giungendo fino al Golfo del Messico, ha indicato lo specialista Raydel Ruisánchez sul suo profilo Facebook.
Durante questo periodo, le perturbazioni tropicali sono influenzate da questo strato d'aria secca del Sahara, con forti venti associati che limitano significativamente la formazione di cicloni tropicali, ha sottolineato il meteorologo.
Ha sottolineato che attualmente c'è solo una perturbazione vicino alla costa est degli Stati Uniti, con molto basse probabilità di trasformarsi in un ciclone tropicale.
"Sebbene la copertura d'aria del Sahara stia attualmente mantenendo a bada l'attività ciclonica, dobbiamo essere pronti a un possibile aumento dei cicloni tropicali una volta che queste concentrazioni diminuiranno ad agosto e settembre", ha avvertito lo specialista.
In relazione alla intensa stagione degli uragani prevista, il meteorologo ha citato la Colorado State University, che nella sua recente aggiornamento ha aumentato la sua stima a 25 tempeste nominate, 12 uragani e 6 uragani intensi, inclusi quelli già formati.
Inoltre, l'università ha sottolineato che c'è una probabilità del 67% che un uragano intenso colpisca il territorio cubano.
La polvere del Sahara ha influito temporaneamente sull'attività tropicale e ha contribuito al raffreddamento delle acque dell'Atlantico, specialmente vicino all'Africa, ha recentemente riportato il portale di notizie Local 10.
Secondo le informazioni, l'aria secca carica di polvere proveniente dai deserti del Nord Africa raggiunge generalmente il suo picco a fine giugno e in luglio, rappresentando una fase anticipata del ciclo stagionale.
Nel 2023, la presenza di polvere del Sahara è stata minima, con la copertura più ridotta registrata negli ultimi 20 anni, da quando i satelliti hanno iniziato a misurare questa variabile.
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