Nella notte del 13 luglio 1994, il regime cubano ha perpetrato un crimine che ancora oggi rimane impunito, l'affondamento del rimorchiatore 13 de Marzo nelle vicinanze delle coste de L'Avana.
La strage, compiuta con premeditazione, avvenne a sette miglia dal lungomare dell'Avana e causò la morte di 37 persone, tra cui 10 minori. I corpi delle vittime non sono mai stati recuperati dal fondo del mare, secondo l'indagine di Jorge A. García, uno scrittore e giornalista cubano che ha perso 14 membri della sua famiglia in questo tragico evento.
Il naufragio del rimorchiatore 13 de Marzo è diventato uno degli episodi più oscuri e tragici nella storia contemporanea di Cuba; e paradossalmente rappresenta ancora un evento sconosciuto per gran parte della popolazione dell'isola.
L'imbarcazione, che trasportava 62 persone disperate di sfuggire al regime oppressivo in cerca di libertà, è stata deliberatamente attaccata da navi del governo cubano.
Tre rimorchiatori cubani, Polargo 1, Polargo 2 e Polargo 3 hanno affondato la nave urtandola e gettando contro di essa enormi getti d'acqua, hanno raccontato i sopravvissuti.
Per gli attivisti, gli oppositori, i sopravvissuti alla strage e i politici cubanoamericani, l'impunità di cui gode il regime cubano, responsabile di questa strage, è un'affronto ai diritti umani e alla memoria di coloro che sono morti in quel tragico giorno.
In occasione del trentesimo anniversario della strage, sopravvissuti e familiari delle vittime, attivisti per i diritti umani ed esuli cubani organizzeranno diversi eventi commemorativi a Miami.
Venerdì 12 luglio alle 13:00 si è svolto il funerale delle ceneri di Jorge García Más, deceduto in esilio e che ha perso 14 familiari nella strage. Il funerale del giornalista e scrittore, autore di una intensa ricerca sul naufragio del Rimorchiatore 13 marzo, si è tenuto nel Cimitero Cattolico, 11411 NW 25th Street a Doral, come ha riportato sui suoi social il giornalista Wilfredo Cancio.
Per parte sua, sabato 13 luglio alle 11:30 del mattino è stata celebrata una messa presso la Cappella della Carità del Cobre a Miami per le anime delle vittime del rimorchiatore, di Jorge García e sua figlia María Victoria, recentemente scomparsa.
María Victoria, che ha perso quel fatidico 13 luglio 1994 suo figlio di nove anni, ha fornito una testimonianza straziante di quel giorno che ha aiutato migliaia di persone a comprendere le dimensioni di questo orrendo crimine castrista.
Dopo la messa, si è svolta sul lungomare dietro all'Ermita una Cerimonia di Commemorazione della strage del rimorchiatore 13 marzo, alla quale avrebbero partecipato imbarcazioni con bandiere cubane e fiori.
Il regime cubano, fino ad oggi, non ha reso conto di questo crimine. I responsabili continuano a sfuggire alla giustizia, e il dolore delle famiglie colpite rimane senza sollievo.
L'ufficiale quotidiano Granma ha incolpato le vittime di quanto accaduto in un articolo intitolato "Una lezione per irresponsabili", in cui ha fornito una versione infame dei fatti giustificando il crimine e affermando che coloro che erano a bordo dell'imbarcazione erano ladri.
Quell'articolo, dopo aver manipolato i fatti, concludeva citando "indagini" che indicavano presumibilmente "che in questo tragico incidente non c'era alcuna intenzionalità da parte di nessuno dei tre rimorchiatori che hanno cercato di fermare i ladri".
La mancanza di azione e di risposte da parte del governo è un riflesso dell'impunità e della corruzione che hanno caratterizzato il regime per decenni, denunciano le vittime.
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