Se desinfla la UJC: Pierde più del 15% di militanza in cinque mesi a Ciego de Ávila

Alla chiusura di maggio la provincia contava 18,957 militanti, 2,906 in meno rispetto a dicembre 2023.

Pleno de la UJC en Ciego de Ávila © Invasor
Plenum dell'UJC a Ciego de ÁvilaFoto © Invasor

La Unione dei Giovani Comunisti (UJC) a Ciego de Ávila ha perso il 15% della sua forza lavoro negli ultimi cinque mesi, ha informato la dirigenza di quell'organizzazione nella provincia.

Durante il pieno del Comitato Provinciale dell'organizzazione Nailyn Machado Ávila, primo segretario del Comitato Provinciale della UJC, ha riconosciuto un marcato calo negli ultimi cinque mesi, citato dal giornale locale Invasor.

Secondo il rapporto presentato dalla giovane, alla chiusura di maggio la provincia contava 18.957 militanti, 2.906 in meno rispetto a dicembre 2023, il che rappresenta una diminuzione del 15,32% dei suoi ranghi.

Inoltre, le strutture di base dell'organizzazione sono state ridotte del 10,82%, contando solo 1.334 delle 1.496 esistenti alla chiusura dell'anno precedente.

Questo significa che in cinque mesi, tre militanti su venti di Ciego de Ávila hanno smesso di appartenere all'organizzazione, e una su dieci strutture di base si è disintegrata.

Dal 2022 è iniziata a notarsi la crisi delle strutture come l'UJC e il Partito Comunista di Cuba (PCC) a Ciego de Ávila, dove la metà dei loro municipi non era in grado di reclutare nuovi militanti.

La stampa ufficiale non specificava quali fossero i territori con il maggior deficit di membri del PCC, ma ammise che c'erano 132 centri senza nuclei di militanti, dove sono necessari almeno tre per la loro formazione, in conformità al Regolamento delle Organizzazioni di Base.

In mezzo a una drastica diminuzione della militanza, il regime cubano ha chiesto ai giovani lo scorso aprile di rimanere nel paese per costruire la "felicità collettiva" e ha approvato che stranieri "identificati con i principi della rivoluzione" possano entrare nelle file dell'UJC.

Tuttavia, la crisi nel paese e l'onda migratoria hanno privato il paese dei giovani ottimisti sul futuro del processo politico dominante.

La vigilia il leader cubano Miguel Díaz-Canel si è rivolto ai giovani del paese con un messaggio in cui ha riconosciuto che si stanno attraversando "tempi difficili", ma li ha esortati a "sentire la gioia di contribuire alla rivoluzione in uno dei periodi più impegnativi della storia".

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