La primera segretaria del Partito a Pinar del Río, Yamilé Ramos Cordero, ha confermato che diversi circuiti in quella provincia sono rimasti spenti per più di 15 ore durante l'ultima settimana.
Al comparire al programma locale "Giovedì di dibattito", ha spiegato che il paese sta presentando un disavanzo superiore a 1.000 MW, il che si riflette in tutte le province, e ha chiarito che "non è Pinar del Río quella che ha subito la maggiore afflizione".
La scorsa settimana i circuiti hanno subito interruzioni di sette e otto ore, e oggi abbiamo interruzioni di 12-15 ore o anche un po' di più", ha dichiarato.
Ha detto che le autorità stanno cercando di apportare costanti aggiornamenti per "mantenere la rotazione dei due blocchi sempre che l'impatto sia inferiore a 50 MW".
Tuttavia, quando il danno è maggiore, non è possibile rispettare la programmazione dei due blocchi; questa difficoltà è legata "alla domanda e alla disponibilità", ha sottolineato l'ufficiale.
Quando ci sono 80 MW di deficit a Pinar del Río, quasi tutta la provincia è senza energia elettrica, mentre vengono protetti gli ospedali e i campi di pozzi d'acqua.
In quel contesto ha chiesto di estendere il lavoro da casa e di posticipare l'orario di ingresso dei bambini in alcune scuole in caso di disagi.
Alcuni villaggi dell'isola trascorrono più di 20 ore al giorno senza elettricità, a causa della carenza di generazione, dei guasti alle centrali termoelettriche e della scarsità di carburante, il che ha portato a un profondo malcontento popolare e a proteste.
Due settimane fa, quattro madri cubane si sono piazzate davanti alla sede del governo provinciale di Pinar del Río per esigere una soluzione alla miseria, alla fame e ai black-out che stanno vivendo.
Una delle manifestanti ha spiegato che nell'istituzione c'erano quattro donne con i loro bambini in attesa di essere assistite: "Una delle madri è con un bambino, io e il mio bambino, un'altra con un neonato di tre mesi e un'altra mamma con tre bambini", ha indicato.
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