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Chiedono aiuto per localizzare un matancero con disturbi psichiatrici scomparso a Cárdenas.

Il giovane si chiama Carlos René Villanueva e tutti lo conoscono come Carlitos, quello che cambiava soldi nella strada Coronel Verdugo. È scomparso da sette giorni.

Carlos René Villanueva © Cardenenses en Facebook / Facebook / Yazari Suárez
Carlos René VillanuevaFoto © Cardenenses en Facebook / Facebook / Yazari Suárez

Cubani stanno chiedendo aiuto sui social media per localizzare un matanzero con disturbi psichiatrici che risulta essere scomparso a Cárdenas.

Yazari Suárez, membro del gruppo Cardenenses su Facebook, ha condiviso foto dell'uomo, conosciuto da tutti come Carlitos, che scambiava denaro sulla via Coronel Verdugo.

"Per favore ho bisogno della collaborazione dei residenti di Cardenas e dintorni, è necessaria informazione sulla posizione di questa persona", ha chiesto.

Si chiama Carlos René Villanueva, oggi è scomparso da sette giorni e ha problemi psichiatrici. Qualsiasi informazione sarà utile", ha precisato.

Cattura da Facebook / Gente di Cardenas su Facebook / Yazari Suárez

Diverse persone che conoscono il giovane fin da quando era un bambino hanno espresso rammarico per la sua scomparsa e hanno raccontato le tristi circostanze che ha dovuto affrontare, e che probabilmente lo hanno portato al suo attuale stato di salute.

"Studiavamo alla José Martí, sua mamma è morta quando aveva solo 16 anni, e suo zio soffriva della stessa malattia. Ora le sue cugine sono fuori dal paese e sua sorella è partita anche lei da meno di un anno, ha distrutto tutta la sua casa", ha detto una persona di Cardenas.

"Oh God, how sad that he has ended up like this, I remember him when I was in high school, he used to go around the schools all the time, he was very cute. I didn't know he had become mentally ill. God willing, he will appear as soon as possible safe and sound," commented another.

I suoi nonni vivevano accanto alla mia casa e lo vedevo tutti i giorni, mi spezzava il cuore ricordare com'era il bambino quando andavamo a scuola, il poverino. Gli davo sempre anche delle cose da mangiare per quanto mi facesse pena", ha osservato un terzo.

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