Miti, leggende e gelosie di tre orishas innamorati

Shangó, re della danza e della mascolinità, ha una dolce storia d'amore con Obbá e una tempestosa e sensuale con Oshún.

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Questo articolo risale a 7 anni fa.

Quasi tutte le culture e le nazioni hanno le loro storie d'amore mitologiche, come alcune di quelle riportate nel libro "Mitos y leyendas". La cucina afrocubana, di Natalia Bolívar e Carmen González. In questo volume, in vendita alla Fiera del Libro, vengono narrate storie di ascendenza afrocubana, tra cui spicca una, molto breve, sul triangolo amoroso tra Shangó, Obbá e Oshún.

La leggenda racconta che Oshún, la regina della sensualità femminile, riuscì a ingannare Obbá, la felice sposa di Shangó, con la quale aveva una relazione pura, sensibile e dolce. Oshún osservava dal fiume la felicità della coppia, e per farlo si serviva della gallina prieta Adié.

Un giorno, Oshún vide avvicinarsi affannata la gallina spia, la quale le riferì che Obba non aveva niente da dare come pranzo a Shangó e voleva che lei le suggerisse un piatto. Oshún capì che c'era un'opportunità per vendicarsi di Obba e attraverso la gallina le fece sapere che la cosa migliore sarebbe stata tagliarsi un orecchio per preparare un amalá (farina di mais e carne) per il marito amato.

La fiduciosa Obbá si tagliò l'orecchio senza pensarci due volte, si mise un fazzoletto in testa e servì il pranzo a Shangó, che le chiese del suo nuovo abbigliamento. Vedendo la curiosità del marito, Obbá si rese conto dell'inganno di Oshún.

Shangó si infuriò e cominciò a lanciare fulmini e saette, quando, nel mezzo della sua ira, notò la gallina prieta morta dal ridere sotto una sedia. Con un colpo di machete le decapitò la gallina e consacrò il suo sangue a Obba affinché la proteggesse nel mondo degli eggun o spiriti.

Perché Shangó ha sempre considerato Obba come il suo unico e vero amore, quello spirituale e elevato, mentre a Oshún non è rimasto altro da fare se non essere l'amante, il rifugio di una sessualità sfrenata, il piacere limitato dalla sua corporeità.

Altri si sforzano di interpretare la stessa leggenda in modo diverso: Oshún è sempre stata innamorata di Shangó, ma non può rimanere legata a nessun luogo, è come un fiume che scorre, e per questo può concedersi fisicamente a lui, ma Shangó non sarà mai il padrone del suo destino. Due storie d'amore, distinte, con lo stesso oggetto del desiderio.

Domande frequenti sui miti e le leggende afrocubani

Chi sono Shangó, Obbá e Oshún nella mitologia afrocubana?

Shangó, Obbá e Oshún sono orishas importanti nella religione afrocubana conosciuta come santería. Shangó è il dio del tuono, del fuoco e della guerra, oltre a rappresentare la virilità e la musica. Obbá è una delle sue mogli, nota per la sua devozione e il suo sacrificio, mentre Oshún è la dea della sensualità, dell'amore e dei fiumi.

Qual è il triangolo amoroso tra Shangó, Obbá e Oshún?

La leggenda narra che Oshún usò un inganno per influenzare la relazione tra Shangó e sua moglie Obbá. Oshún convinse Obbá a tagliarsi un orecchio per preparare un piatto speciale per Shangó, il che portò a un conflitto. Shangó, sebbene infuriato, considerava sempre Obbá il suo vero amore spirituale, mentre Oshún era vista come la sua amante, il parziale sfogo della sua sessualità.

Cosa simboleggia Oshún nella santeria?

Oshún è la dea della sensualità, dell'amore, della fertilità e delle acque dolci, in particolare dei fiumi. Rappresenta la gioia di vivere, la bellezza e la prosperità. È una figura materna e protettiva, ma può anche essere forte quando necessario. Oshún viene invocata per questioni d'amore, salute e prosperità.

Come si riflette il sincretismo nella santeria cubana?

Il sincretismo nella santería cubana si riflette nella fusione delle credenze africane con quelle cattoliche. Ad esempio, Oshún è associata alla Vergine della Carità del Cobre, patrona di Cuba, e Yemayá con la Vergine di Regla. Questa integrazione ha permesso che le pratiche religiose africane sopravvivessero e si adattassero durante la colonizzazione.

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Joel del Río

Joel del Río. Giornalista, critico d'arte e professore. Lavora come redattore stampa all'ICAIC. Collabora su temi culturali con alcuni dei principali media in Cuba. È stato docente presso la FAMCA e l'EICTV, insegnando storia del cinema e generi cinematografici.