Il regime cubano ha confermato questo venerdì il rigetto del ricorso presentato presso la Corte d'Appello di Londra contro il fondo di investimento CRF I Limited, definito come un "fondo avvoltoio", e ha comunicato che sta valutando i suoi prossimi passi legali.
In un comunicato diffuso questo venerdì, il Banco Nazionale di Cuba (BNC) ha mantenuto la sua posizione critica nei confronti del processo giudiziario, definendolo ingiusto e dannoso per gli interessi del popolo cubano.
"Lo scorso 19 novembre, la Sezione Civile della Corte d'Appello di Londra ha respinto il ricorso che avevamo presentato contro la sentenza della giudice Sarah Cockerill, notificata il 4 aprile 2023, che stabiliva che il Banco Nazionale di Cuba si sarebbe mantenuto nel processo", si legge nel comunicato.
Spiega che "nel mese di febbraio 2020, CRF I Limited, fondo avvoltoio con sede legale alle Isola Cayman, ha presentato una causa contro la nostra istituzione bancaria presso l'Alta Corte d'Inghilterra e Galles", e che "sin dall'inizio del processo abbiamo sostenuto che tale fondo non ha alcun legame con gli strumenti finanziari dell'istituzione e, pertanto, non è né è stato creditore della Banca Nazionale di Cuba".
Il Tribunale d'Appello di Londra ha respinto martedì il ricorso presentato dal BNC, una decisione che conferma che CRF è il creditore legittimo di un debito sovrano di 72 milioni di euro, permettendo così al caso di proseguire verso una nuova fase di richiesta di pagamento.
La controversia ha le origini nei prestiti concessi da banche europee al BNC durante gli anni '80, nei quali è stato stabilito che la legislazione inglese avrebbe regolato i contratti.
Inoltre, il tribunale ha sottolineato che il BNC ha rinunciato esplicitamente all'immunità sovrana per questo debito, il che rafforza la posizione di CRF nei tribunali britannici.
Il conflitto è escalato nel febbraio del 2023, quando la giudice Sarah Cockerill ha stabilito che CRF era stato riconosciuto come creditore legittimo nel 2019.
Questo riconoscimento è stato possibile grazie all'approvazione della cessione dei diritti contrattuali da parte di Raúl Olivera Lozano, allora direttore delle operazioni del BNC, che successivamente è stato incarcerato a Cuba con accuse collegate a questo caso.
Il BNC ha sostenuto che Olivera Lozano non ha seguito le procedure interne necessarie e che CRF non ha notificato adeguatamente il trasferimento del debito, ma il tribunale ha respinto queste accuse.
La sentenza rappresenta un duro colpo per il già indebolito sistema finanziario cubano, che sta affrontando una grave crisi economica e difficoltà nell'accesso ai mercati internazionali.
Mentre CRF celebra la sentenza come un progresso per far valere i propri diritti contrattuali, L'Avana denuncia che il contenzioso mira a ostacolare il suo accesso al finanziamento esterno.
Il caso continua a essere avvolto nella polemica. Venerdì è emerso che l'attrice Ana de Armas e il figliastro e “consigliere” di Miguel Díaz-Canel, Manuel Anido Cuesta, non solo hanno una relazione, ma hanno anche cenato a Madrid con gli avvocati del regime che hanno perso un processo a Londra.
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