Odalkys Chaviano, una cubana che vive negli Stati Uniti, ha condiviso un video su TikTok in cui riflette su un tema che, secondo lei, colpisce profondamente la comunità cubana: l'impatto negativo causato dalla dittatura e come questo abbia portato a un odio e a una divisione che si rivolgono agli stessi cubani, invece che al regime che ha causato tanto dolore a tante generazioni.
“Che danno ci hanno fatto! È incredibile come tutto l'odio, la repressione, tutto il male che ci ha inflitto la dittatura a Cuba, invece di ribaltarlo contro di loro, lo abbiamo rivolto contro noi stessi”, ha espresso nel suo video.
Per illustrare la sua riflessione, Odalkys ha menzionato casi recenti di critiche rivolte a figure pubbliche cubane. Prima di tutto, ha parlato di La Diosa, che è stata presa di mira dopo aver lanciato un profumo: “La donna sta cercando di andare avanti e invece non la supportano, le fanno bullismo”. Ha anche menzionato Bebeshito, criticato per il suo desiderio di riempire uno stadio per il suo primo concerto a Miami, e la rappresentante cubana a Miss Universo, che, nonostante sia riuscita a entrare nella top 30 nel ritorno del concorso di Cuba dopo 57 anni di assenza, ha dovuto affrontare meme e scherni sui social media: “Che danno abbiamo nelle nostre teste, caspita! Che divisione, che odio abbiamo tra di noi!”, ha concluso.
Il video - condiviso sul suo profilo @odalkys8 - ha suscitato reazioni diverse. Molti utenti hanno concordato con il suo messaggio, dicendo: “Questa è la pura verità”; “Assolutamente vero”; “Esattamente, senza parole”. Altri, però, hanno sostenuto che il problema va oltre la dittatura. “Quello non è stato la dittatura, è invidia, perché questo è ciò che ha ridotto così il cubano”, ha commentato qualcuno.
Alcuni hanno sottolineato che questo conflitto è storico: “Da quando ho memoria, ho sentito dire che non c'è nulla di peggio di una scheggia dello stesso legno”.
Sono emerse anche domande su come questa divisione influisca sui cubani in generale. Un utente ha riflettuto: “Saranno forse questa divisione a far sì che il comunismo duri da più di 50 anni?”. Nel frattempo, altri si sono lamentati dell'impatto emotivo: “Non c'è malato peggiore di colui che non vuole curare la propria malattia. Che tristezza.”
Con le sue parole, questa cubana ha lasciato nell'aria una riflessione che tocca le emozioni di molti: è questo problema da attribuire alla dittatura o c'è qualcosa di più profondo che i cubani devono affrontare come comunità?
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