Nathyy Zaldivar Toro, una giovane cubana che vive negli Stati Uniti, ha generato un forte dibattito su TikTok dopo aver risposto a un commento in cui le si suggeriva di inviare "200 in più" a Cuba. La creatrice non ha tardato a rispondere con fermezza e difendere la sua posizione riguardo alle responsabilità famigliari che sente verso i suoi in Cuba.
Nel suo video, Nathyy ha risposto in modo diretto: "Ehi, 200 in più no, quello che mi va di mandare. Quando posso mandare più di 300, allora mando più di 300". Subito dopo, ha spiegato che la sua situazione non è un'eccezione: “Io a Cuba ho famiglia, io sì non mi dimentico della mia famiglia". Inoltre, ha aggiunto che manda soldi all'isola per garantire il benessere dei suoi due figli che vivono ancora lì: “Io ho due bambini a Cuba (...) devono fare una buona colazione, devono fare uno spuntino buono (…) come io sono qui per questo". Nathyy ha spiegato le difficoltà dell'economia cubana, sottolineando che un cartone di uova può arrivare a costare fino a “4 000 o 5 000 pesos”.
La cubana ha anche espresso che, per lei, mandare soldi è un obbligo, affermando: “Cuba sì è un bill, per me sì è un bill perché è obbligatorio mandare il denaro (…) non mi importa che dicano che lo mando alla dittatura (…) la mia famiglia non si chiama dittatura, si chiama mia famiglia".
Il video di Nathyy Zaldivar non è passato inosservato, generando un'ondata di commenti sia a favore che contro la sua posizione. Alcuni utenti hanno sostenuto fermamente la sua decisione di inviare rimesse. Un seguace ha commentato: “Non devi dare spiegazioni a nessuno, sono i tuoi soldi”, mentre un altro ha aggiunto: "La famiglia è sopra ogni cosa". Un altro utente ha concordato con Nathyy e ha assicurato: “Anch'io ho i miei figli a Cuba e faccio lo stesso, preferisco restare senza nulla qui, ma che loro mangino e vivano bene".
Tuttavia, non tutte le reazioni sono state positive. Alcuni utenti hanno criticato la sua decisione di lasciare i suoi figli a Cuba, suggerendo che la sua presenza è più importante del denaro. Un commento diceva: "Né tutto il denaro del mondo può sostituire la presenza di una madre, quei bambini porteranno sempre il peso dell'abbandono della madre". Un altro utente, con un'opinione simile, ha espresso: "Smettila di inviare denaro e torna, che tu hai più valore del denaro".
Nonostante le critiche, Nathyy ha mantenuto la sua posizione ferma. In uno dei suoi commenti, ha risposto: “È reale, ma quando si mettono in mezzo a ciò che non dovrebbero, esplodo già”. Anche altri follower le hanno mostrato il loro supporto e le hanno chiesto di non lasciarsi influenzare dai commenti negativi. “Non prenderti la briga con commenti come quelli, sii felice tu ad aiutare loro”, le ha consigliato un'utente, mentre un'altra ha semplicemente commentato: "Fai benissimo, non pentirti mai di aiutare la tua famiglia".
Questo tipo di dibattiti sono comuni tra la comunità cubana all'estero, dove l'invio di denaro alla famiglia nell'isola è visto sia come un obbligo morale che come un dovere pratico per garantire il benessere dei propri cari. La situazione economica a Cuba, unita alle difficoltà politiche, ha generato un ampio spettro di opinioni sul ruolo delle rimesse e sull'impatto che hanno nella vita quotidiana di chi rimane nell'isola.
E tu che ne pensi? È giusto criticare coloro che inviano rimesse alla propria famiglia a Cuba? O è necessario pensare anche ai sacrifici che comporta emigrare?
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