La recente arrivo di una flotta della Marina di Guerra russa alla Baia dell'Avana, composta da un sottomarino nucleare, una nave cisterna, un rimorchiatore di salvataggio e una moderna fregata, ha generato una miscela di ammirazione e critiche tra i cubani. Questo dispiegamento, che si protrarrà fino al 17 giugno, ha attirato l'attenzione sia dei residenti che degli osservatori internazionali, evidenziando la significativa presenza militare russa sul territorio cubano in un momento di crescenti tensioni geopolitiche.
L'arrivo di queste navi riporta ai cubani i fatti della crisi di ottobre del 1962, quando Cuba fu un pedone sovietico nel gioco strategico tra le due potenze. Questo evento non solo segnò un punto critico nella Guerra Fredda, ma dimostrò anche quanto facilmente l'isola possa diventare un campo di battaglia per interessi estranei. Gli echi di quella crisi risuonano ancora nella memoria collettiva, e la situazione attuale non è meno preoccupante. La storia sembra ripetersi con il regime attuale, che, nonostante le lezioni del passato, continua a permettere che Cuba diventi un pedone nella scacchiera delle grandi potenze.
Il governo cubano accoglie con orgoglio la flotta russa, credendo che questa azione legittimi il suo regime di fronte al mondo. Tuttavia, non capisce che i russi stanno solo usando Cuba in una nuova mossa strategica. Nel contesto della guerra in Ucraina, la NATO avvicina le sue armi alla Russia e, in risposta, la Russia sposta le proprie vicino agli Stati Uniti. L'arrivo della flotta russa a L'Avana non è un gesto di sostegno disinteressato; è una manovra calcolata che cerca di bilanciare il potere di fronte alle azioni occidentali in Ucraina. Avrà successo la Russia in tutto ciò? Potrebbe essere, o no. La storia ha dimostrato che le scommesse geopolitiche di questo calibro sono altamente imprevedibili e possono avere conseguenze devastanti.
Quello che conta qui è che Cuba, ora come durante la crisi di ottobre, sarà solo un pedone sacrificabile. E questo Díaz-Canel dovrebbe saperlo, se avesse un minimo di buon senso. La leadership cubana sembra dimenticare che nel gioco delle superpotenze, i pedoni sono sacrificabili. Il rischio di trasformare nuovamente Cuba in un campo di battaglia è reale e spaventoso. La situazione attuale non è diversa: Cuba rischia di rimanere intrappolata in un conflitto tra giganti, senza alcun reale beneficio per la sua popolazione.
Per i cubani, questa visita non cambia nulla. I commenti sui social media e sui mezzi di comunicazione riflettono chiaramente le loro vere necessità: cibo ed elettricità. "Ora siamo a posto, invece di portare cibo e medicine, portano armi" dice Melani Gasca, mentre Rosa Maria Rivero Garcia esprime: "Perché così tante navi da guerra, CIBO, MEDICINE E TERMINELETTRICA è ciò di cui abbiamo bisogno." Il popolo cubano è stanco delle operazioni militari e di essere utilizzato come merce di scambio in conflitti che non li favoriscono. La realtà è che queste navi da guerra non portano soluzioni ai problemi quotidiani dei cubani. La mancanza di cibo, medicine e energia elettrica sono le vere urgenze che il regime dovrebbe affrontare.
Sarà questa visita soltanto un'aneddoto? Speriamo di sì, e che i russi se ne vadano con i loro missili verso altre terre. Una permanenza prolungata o se questa visita diventa un'avamposto delle basi russe a Cuba potrebbe creare una situazione potenzialmente pericolosa per l'isola, e un aumento drastico delle restrizioni imposte dall'embargo americano. Cuba non può permettersi di diventare nuovamente nemica degli Stati Uniti. Il paese non ha bisogno di ritrovarsi di nuovo al centro di un'altra crisi di ottobre, tanto meno in un momento come l'attuale. La storia deve servire da lezione e non da semplice ricordo per evitare che gli errori del passato si ripetano nel presente.
Il governo dimostra ancora una volta di non essere altro che un enorme ostacolo sul cammino del popolo cubano verso la prosperità.
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