Ernesto Cordoví, che si trova come direttore dell'Ospedale Materno Hijas de Galicia a L'Avana, ha pubblicato sul suo profilo Facebook l'immagine esplicita e non censurata degli intestini di una paziente incinta di sette mesi, deceduta poche ore prima.
La mancanza di etica del citato direttore, che inoltre è un entusiasta youtuber e "combattente informatico" "rivoluzionario", è emersa dopo che Janet Zulueta Curbelo, madre della giovane cubana deceduta, ha pubblicato una denuncia accusando i medici di negligenza e cattiva cura.
Laura Castillo Zulueta, 29 anni, è stata trasferita due volte il mercoledì 15 maggio all'Ospedale Materno Hijas de Galicia, dove è stata "maltrattata e mal assistita", come racconta sua madre in un toccante post su Facebook. Queste parole sono bastate a scatenare l'ira del direttore del centro, che non solo ha pubblicato immagini dell'intervento chirurgico, ma anche dettagli privati che includono informazioni mediche confidenziali della donna deceduta.
Ernesto Cordoví non si limitò a violare tutte le norme etiche della medicina; inoltre, e con particolare crudeltà, incolpò la madre della morte della propria figlia, e non soddisfatto, esercitò violenza verbale commentando costantemente sul profilo di Janet Zulueta Curbelo.
La pubblicazione di Cordoví ha più di 300 commenti su Facebook, alcuni dei quali rimproverano l'uso innecessario e crudele di fotografie esplicite da parte della direzione di un istituto sanitario; tuttavia, fino a questo momento il post non è stato modificato. La serie di insulti include il suddetto dottore che giudica la madre della paziente e la incolpa con totale impunità affermando che "a causa della sua decisione la sua unica figlia è morta".
Inoltre, alla fine del suo post sottolinea che "l'assistenza a Cuba è gratuita, non obbligatoria", e che gli adulti sono responsabili dei propri atti e azioni, facendo nuovamente riferimento alla madre della vittima.
Sarà necessario ricordare al popolare youtuber divenuto direttore di un ospedale materno il giuramento di Ippocrate che tutti i medici devono rispettare: "Tutto ciò che vedrò o udirò durante la cura o al di fuori di essa nella vita di tutti i giorni, lo tacerò e lo terrò sempre segreto, se non mi è permesso di rivelarlo". In ogni caso, Cordoví non è uscito così arrabbiato quando, all'inizio del 2023, una decina di neonati morirono a causa di un focolaio infettivo nello stesso ospedale che attualmente dirige a L'Avana.
In un paese che premia il servilismo e l'adulazione, non sorprende vedere persone prive di etica a capo di istituzioni statali. Ora i cubani che vanno negli ospedali dell'isola sanno che le foto private ed esplicite scattate dai medici stessi durante le operazioni possono finire sul muro di Facebook di qualche entusiasta "rivoluzionario".
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